Killing stalking, il webcomic che ha sconvolto il mondo
Chi non ha mai sentito parlare di Killing stalking? Si tratta della serie manhwa (manga coreano) nata come webcomic per mano della giovane autrice Koogi e uscita per la prima volta nella sua forma cartacea proprio in Italia, grazie alla Jpop. Tra l’altro, è recentemente giunta alla sua conclusione.
La trama
La storia parla di Bum, un ragazzo gracile, solitario e introverso che si innamora del brillante, sexy e solare Sangwoo, con il quale aveva svolto il servizio militare e che ora è suo compagno di università.
Pur di sapere qualcosa in più su di lui, Bum diviene lo stalker di Sangwoo e, quando entra di nascosto dentro la sua casa, trova qualcosa che non avrebbe mai immaginato: una ragazza nuda, legata e malmenata tenuta prigioniera nella sua cantina. Bum scopre così che il ragazzo che adora è un pericoloso serial killer.
Quando Sangwoo coglie il ragazzo dentro casa sua, di fronte al suo più oscuro segreto, reagisce violentemente e gli rompe le ginocchia, per fare in modo di tenerlo prigioniero.
I disegni e lo stile
Possiamo godere di questo splendido thriller psicologico altamente disturbante con tavole tutte a colori. Il tratto usato dall’autrice per i disegni è netto, pesante e accattivante. Ogni scena è capace di inquietare, terrorizzare o suscitare una forte ansia e i personaggi sono molto espressivi anche quando non dicono nulla.
Una tecnica che Koogi utilizza spesso è quella di mantenere un personaggio immobile da una vignetta all’altra, facendo in modo che muova soltanto gli occhi, un modo perfetto per trasmettere ansia. In Killing stalking si dà molta importanza ai silenzi, agli spazi vuoti, ai momenti di stasi e ai giochi di sguardi, tutti tratti fondamentali negli horror e nei thriller psicologici, che rendono il tutto tanto intenso da togliere il respiro e anche cinematografico.
I personaggi
Bum è un ragazzo tendente al masochismo e remissivo, con un disturbo della personalità che emerge sempre di più di volume in volume, a causa di una vita fatta di violenze fisiche e psicologiche. Bum è succube del suo carnefice, diviso tra la paura e la volontà di fuggire e il bisogno morboso, malato di sentirsi amato da lui.
Sangwoo sembra quasi avere due personalità: una brillante, solare e onesta, l’altra disturbata, violenta e sadica. Anche lui ha alle spalle un terribile passato, soprattutto a causa di sua madre e delle cose che ha subito tra le mura domestiche. Lui non è crudele, è malato, e sconvolge il lettore con momenti in cui non si sa se essere disgustati da lui o se provare pena nei suoi confronti. Un personaggio che non si può amare ma nemmeno odiare. Una cosa è certa, fa provare terrore e ansia al lettore a causa della sua imprevedibilità.
Entrambi i personaggi sono interessantissimi e ben analizzati, con loro possiamo metterci sia nei panni del carnefice sia in quelli della vittima, perché sono effettivamente entrambe le cose.
Killing stalking
Attenzione, spesso Killing stalking viene identificato come un boys’ love (storia d’amore tra due ragazzi maschi) ma non lo è assolutamente. Sì, al suo interno è presente anche l’elemento dell’amore ma si tratta di un sentimento chiaramente malato, insano, l’autrice non lo romanticizza mai. È bene precisarlo. Killing stalking non è una storia d’amore, punta invece ad analizzare la psicologia e l’insanità mentale dei personaggi e come questi si relazionano tra loro. Parla di sentimenti non sani, mostra le pulsioni più basse e oscure dell’essere umano sotto diversi punti di vista, contrappone l’orrore più puro a momenti di strana tenerezza.
Non è certamente un titolo adatto a tutti, perché è disturbante, cruento, folle, a tratti disgustoso e splatter, per nulla edulcorato. E capace di far contorcere lo stomaco e tenere con il fiato sospeso, in attesa della prossima mossa di Sangwoo!
Un’opera assolutamente consigliata agli amanti delle emozioni crude e della suspense, che lascia il segno. Non si è più gli stessi dopo aver letto Killing stalking.
– Viky