Iniziamo subito questa intervista! 🙂
Bella domanda. Federica nasce a cresce a Parma, vivendo buona parte dell’infanzia e adolescenza con la nonna Annita, che le riempie la testa di storie di vita vissuta dalla gente dell’Oltretorrente, il quartiere vecchio della città. Questo le fa capire fin dal principio che la Storia con la S maiuscola è in realtà fatta non solo di grandi eventi, ma anche e soprattutto da uomini e donne comuni che sono passati in questo mondo. Lettrice onnivora ed entusiasta, sceglie gli studi umanistici, prima il liceo classico, poi Lettere moderne all’Università, con qualche perplessità da parte di sua mamma, che teme che lei si ostini a coltivare interessi troppo impopolari. Solo perché a diciassette anni una tiene in camera il ritratto di un maresciallo di Napoleone, al posto del poster di una boyband non significa che sia stramba. No?… -_-
Tra i tanti interessi impopolari inizia pure a scrivere, che i guai non vengono mai da soli. E se crescendo e maturando (…) alcuni brutti vizi li ha persi, scrivere e inventare storie rimane una delle sue maggiori e più imperdonabili perversioni.
Lettrice onnivora, scrittrice schizofrenica. Faccio prima a dire cose leggo e scrivo meno volentieri, ma rischierei di contraddirmi nel giro di poco tempo. Premesso che per me non esistono libri di genere alto o basso, ma solo libri scritti bene o scritti male, ho una predilezione per i romanzi di ambientazione storica, quando sanno rendere in modo coinvolgente l’atmosfera e il ‘sentire’ di chi in un’epoca ci ha vissuto davvero, i buoni horror (sono cresciuta a Edgar Allan Poe, romanzi gotici e vampiri classici, quelli che non brillavano…), i romanzi fantastici, anche se, rispetto alla giovinezza, al fantasy classico prediligo le storie apparentemente ambientate nel reale, ma con sprazzi su altre realtà. Mi piacciono molto i racconti di ogni tipo, sia da leggere, sia da scrivere.
Ho scritto un Harmony, vale? L’ho pubblicato con Harper Collins, ma in realtà si era trattato più che altro di un esperimento fatto da me e dalla mia coautrice di allora, Vittoria. Dopo esserci cimentate in crime stories ambientate nella Londra vittoriana, grondanti sangue e perversioni, e in un romanzo Steampunk, abbiamo voluto provare anche la via del romance. Ci siamo divertite molto, e non so se sia lo spirito giusto per scrivere una storia d’amore… Però il risultato è un libro godibile e divertente, e va bene così. Per quanto mi riguarda ho letto qualche romance storico quando ero giovanissima, e qualche romance m/m, ma mi ritrovo un po’ troppo imbrigliata dai paletti narrativi imposti da questi generi.
Sono stata subito conquistata dall’intraprendenza di queste ragazze e non hanno dovuto faticare troppo a convincermi. Anzi, sono rimasta così entusiasta di loro che ho voluto firmare subito per un altro libro, sebbene mi fossi già impelagat… impegnata per la mia trilogia fantasy! Sono in gamba, molto determinate, e anche se giovani dimostrano grande professionalità e voglia di migliorare sempre di più. E poi basta vedere i nomi degli autori che hanno voluto dare loro fiducia per capire che il loro progetto è vincente.
Sono affezionata a tutte le mie storie, ma forse i due libri che porto di più nel cuore sono Corella. L’ombra del Borgia (II edizione Nua edizioni 2020), romanzo storico che narra l’ascesa e la caduta di Cesare Borgia attraverso l’esperienza del suo amico e collaboratore più fidato, il sicario umanista Michele Corella, e Quello che sulla Terra sapete (Il vento antico edizioni, 2017). Il primo perché ha rappresentato il mio romanzo d’esordio (fino ad allora avevo pubblicato solo racconti su riviste e antologie) e perché mi ha dato modo di far vivere due personaggi che amo da sempre, Cesare e Michele, appunto, il secondo perché si tratta di un’antologia di racconti nei quali ho espresso molte delle mie passioni letterarie e artistiche, dall’amore per i pre-raffaelliti e l’arte barocca, a quello per la musica antica, il tutto per raccontare storie di amori impossibili, e proprio per questo immortali, secondo quanto scritto da John Keats nel suo Ode su un’urna greca.
Briden, all’apparenza, è quello che sembrerebbe ispirare maggior tenerezza e senso di protezione. Ma siccome io so già cosa combinerà nel secondo libro, non ne sono più così sicura! Maddox piace molto alle donne, ho notato, e piace anche a me: è affascinante, esotico, e ha una fragilità struggente che nasconde molto bene con i suoi atteggiamenti da gradasso e ragazzaccio. E Uther deve ancora imparare che nessun uomo è intoccabile, e che l’amore non rende solo vulnerabili. In realtà tutti e tre sono da biasimare e proteggere, perché sono miei personaggi, e chi mi conosce sa quanto cattiva io sappia essere con le mie creature. Inoltre ogni volume della saga è una sorta di romanzo di formazione dedicato a uno di loro, quindi tutti dovranno crescere, con le buone o con le cattive.
Volentieri. Si tratta del frutto di una collaborazione di lunga data tra me e Lucia Guglielminetti, prolifica e pregevolissima autrice di libri horror e di una serie di sei romanzi sul fascinoso e imprevedibile vampiro olandese Raistan Van Hoeck. Anni fa, quando l’ho conosciuta, le ho proposto di scrivere un’avventura spin off in cui avrei fatto conoscere al suo protagonista Guillaume De Joie, il mio vampiro francese, ex ugonotto, ex alchimista, ex mignon di Enrico III di Valois. Gli esiti di quell’incontro scritto quasi per gioco sono stati a dir poco… inattesi! Questo libro ne è il risultato.
La sofferenza. Lo so, pare brutto, ma sono convinta che a certi personaggi il dolore doni immensamente, che non avrebbero nemmeno ragione di esistere, se non fosse per esso. In realtà credo che mi sia rimasto appicciato dagli studi classici il concetto di ‘catarsi’, e, più in generale, la consapevolezza che non possiamo godere pienamente della luce se prima non conosciamo a fondo le tenebre.
Guillaume non vorrebbe mai che io vi parlassi di lui, sicuramente non apprezzerebbe che io svelassi retroscena sul suo passato. Un passato lungo, parliamo di quasi cinquecento anni a zonzo per il Vecchio e in Nuovo Mondo. La sua storia comincia la notte della Strage di San Bartolomeo, il 23 agosto 1572, quando i cattolici francesi scagliarono in massa contro gli ugonotti (i protestanti) giunti a Parigi per festeggiare le nozze di Margherita di Valois (la regina Margot), sorella del re, e Enrico IV di Borbone, re della protestante Navarra e futuro re di Francia. Guillaume è nato come personaggio nel gioco di ruolo Vampire The Masquerade, e poi me lo sono portato avanti per anni, tra giochi di ruolo on line, racconti e un romanzo (La rinascita di Hermes) mai compiuto, ma non perdo le speranze. È affascinante, apparentemente frivolo e fatuo, ma in realtà sa essere davvero spaventoso.
Sarò al Buk di Modena domenica 20 giugno, e alle 14.30 presenterò Il cammino del Sapiente. Spero di vedervi!
Grazie per essere stata con noi e buona continuazione!
Grazie al Nabbo e a tutti voi per l’ospitalità!
Il Nabbo della Porta Accanto!
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