Misery – il thriller psicologico del 1987 di Stephen King

Misery – il thriller psicologico del 1987 di Stephen King

Novembre 22, 2021 0 Di Poison El

Misery è un celeberrimo thriller psicologico pubblicato nel 1987 da Stephen King, vincitore del premio Bram Stoker, da cui è tratto il film “Misery non deve morire” del 1990. La prima edizione italiana del libro è uscita grazie a Sperling & Kupfer nel 1988.

Stephen King è noto nel panorama letterario da tantissimi anni, con la prima opera nel lontano 1974, Carrie, altri capolavori come It e Shining, fino ad arrivare al suo ultimo libro uscito nell’agosto 2021, dal titolo Billy Summers.

Misery narra la storia di Paul Sheldon, un autore di successo che aveva una vita tranquilla, intento a pubblicare romanzi, fino a un terribile incidente che quasi gli costa la vita.

Il coma e il salvataggio

Misery inizia con il risveglio di Paul, che piano piano esce dal coma e recupera la memoria, e capisce di essere stato vittima di un brutto incidente d’auto durante una bufera di neve dove praticamente si era distrutto le gambe.

Si risveglia nel letto della casa della sua fan numero uno, Annie Wilkes, ex infermiera, che viveva sola e che era riuscita a recuperarlo dall’auto e a portarlo in salvo per curarlo di persona. Lei era felice di ospitarlo e di prendersi cura di lui, possedeva tutti i suoi libri compreso l’ultimo, “Il figlio di Misery”, appena uscito nelle librerie.

Fin qui nulla di strano, se non che Paul capisce quasi immediatamente che Annie in realtà è mentalmente malata, una pazza che inizia ad abusare fisicamente e psicologicamente di lui, non ha detto a nessuno dove si trovi per averlo tutto per sé.

Ben presto Paul scopre che Annie gli ha salvato la vita per “resuscitare” il suo personaggio preferito, Misery Chastain, in un nuovo libro, “Il ritorno di Misery”. Infatti, l’autore aveva deciso di porre fine alla sua esistenza nel suo ultimo libro, “Bolidi”, non ancora pubblicato e presente in un’unica copia.

Annie aveva letto il libro e non le era piaciuto per niente, non accettava l’idea che il suo personaggio preferito fosse morto, ed era ostinata a riportarlo in vita per mano di Paul Sheldon. Lei lo costrinse a bruciare Bolidi e a scrivere il suo ultimo libro solo per lei in cui, in modo verosimile, Misery si sarebbe salvata, altrimenti non gli avrebbe più dato le pillole di Novril, con cui lo drogava per fargli passare il dolore alle gambe, e lo avrebbe probabilmente ucciso.

Il tentativo di ribellione di Paul e la punizione di Annie

Paul passava le giornate a letto chiuso in camera a scrivere il libro, mentre Annie stava spesso in salotto e in cucina, per poi andare a trovare Paul per chiedergli come stava, a che punto era il libro e per dargli la sua medicina, e a volte usciva di casa per andare in città.

Era proprio in quei momenti in cui Paul, con l’aiuto della sedia a rotelle, si avventurava fuori dalla stanza, sempre attento al minimo rumore proveniente dall’esterno, dato che aveva una paura matta che Annie potesse ritornare da un momento all’altro e scoprirlo, e ciò avrebbe comportato la sua fine, visto che lei era forte e robusta, lui praticamente senza gambe e malconcio.

Uscì tre volte dalla stanza: la prima per prendere i medicinali, la seconda per scappare, per poi desistere perché sapeva che non ce l’avrebbe potuta fare nelle sue condizioni, mentre la terza volta per riempire la caraffa d’acqua.

Paul aveva scoperto sfogliando un album fotografico che Annie in realtà era una serial killer che aveva ucciso tante persone in passato, specialmente durante il suo lavoro da infermiera, e aveva conservato ritagli di stampa dei suoi omicidi.

Un giorno, Annie gli rivela che sapeva tutto sui suoi tentativi di fuga, che lo aveva capito da alcuni indizi, come la forcina rimasta nella serratura della porta, o dei capelli che aveva messo nell’album e che si erano spezzati, e sapeva del coltello e delle medicine sotto il materasso, così per punizione gli tagliò un piede e un pollice e lo drogò sempre di più.

Le visite dei poliziotti a casa di Annie

Sia Paul sia Annie sapevano che prima o poi l’auto di Paul ricoperta dalla neve sarebbe stata ritrovata, e che comunque alla lunga i poliziotti avrebbero cercato il famoso scrittore scomparso e sarebbero venuti anche a casa di Annie Wilkes per chiedere delle informazioni, ciò che fecero in un paio di circostanze: nella prima un poliziotto scese dalla macchina per fare ad Annie alcune domande. Il protagonista, per salvarsi, lanciò un posacenere spaccando la finestra e urlò, facendosi notare dal poliziotto. Questo però lo distrasse, e ciò diede modo alla donna di colpirlo alle spalle e di schiacciarlo con la falciatrice prima che lui potesse tirare fuori la pistola. Annie decise di non uccidere Paul per fargli terminare il libro. Invece, nella seconda visita dei poliziotti, Paul rimase in silenzio.

 

La fine del libro

 Paul voleva uccidere Annie sin dall’inizio, e aveva deciso di non ricorrere all’aiuto dei poliziotti perché era convinto di potercela fare con le sue mani, doveva solo aspettare il momento giusto. Lei lo aveva minacciato più volte di ucciderlo dopo la fine del libro, per poi suicidarsi a sua volta per porre fine alle loro esistenze.

Una settimana dopo la visita dei poliziotti il libro era terminato. Annie era contenta, ma non sapeva che Paul l’aspettava al varco. Lui, in una delle sue uscite dalla stanza, era riuscito a prendere un fiammifero, cosa di cui Annie non si era accorta, e decise di dar fuoco alla risma di fogli per vendicarsi di ciò che lei gli aveva fatto a Bolidi.

Annie lasciò cadere a terra la bottiglia di champagne che aveva tra le mani, che andò in mille pezzi. Misery stava morendo di nuovo. Lei, presa da un momento di disperazione, si distrasse, cercando di salvare il libro, e Paul ne approfittò lanciandole la macchina da scrivere sulla schiena, facendola cadere a terra sui pezzi di vetro. Lui le saltò addosso e le infilò dei fogli accartocciati in bocca per soffocarla, mentre tutto stava bruciando.

Successivamente, Annie batté la testa, e Paul riuscì a scappare dalla stanza. Ad un tratto sentì il rumore di una macchina: era arrivata la polizia. Il corpo di Annie non fu rinvenuto nella stanza, bensì fu ritrovata morta vicino al fienile, intenta ad afferrare una motosega con la quale mutilare ulteriormente il suo scrittore preferito.

 

Ora era salvo e con sé anche il suo ultimo libro. Infatti, aveva fatto finta di bruciare “Il ritorno di Misery”, ma in verità l’aveva nascosto e sostituito con una risma di carta con il titolo in prima pagina. Lo portarono in ospedale dove ci rimase per mesi. Venne pubblicato il suo libro (il più bel libro mai scritto secondo lo stesso Paul), il quale vendette milioni di copie ed ebbe un successo maggiore rispetto ai suoi libri precedenti. Annie era morta ma viveva ancora negli incubi di Paul.

Com’è venuta l’idea del romanzo a King

Durante un viaggio aereo verso Londra, arrivò all’hotel ma non riuscì a dormire perché doveva assolutamente iniziare la stesura. Ma l’idea di partenza era un po’ diversa: doveva essere un racconto da trentamila parole, intitolato The Annie Wilkes Edition, nel quale Annie costringeva Paul Sheldon a scrivere un altro romanzo e poi lo uccideva, per realizzare un’opera unica, un manoscritto olografo rilegato con la pelle dell’autore stesso. Ma i personaggi si rivelarono più complessi e la situazione iniziale si sviluppò naturalmente in una direzione diversa da quella prevista.

 

Misery è un incubo, un romanzo, una storia terribile

Misery è uno dei libri più paurosi che si possano leggere, un testo che tiene il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina, lo fa immergere nella storia, anche immedesimandosi in Paul Sheldon, prigioniero nella casa di una pazza schizofrenica, una stalker sadica, un incubo che attanaglia lo stomaco, che fa pensare alla possibile via d’uscita del protagonista, 383 pagine inquietanti, ricche di suspense, e in cui in alcuni casi la salvezza può essere peggio della morte stessa.

-Alessio