Candidato agli Oscar 2022 come Miglior Film, Miglior attore protagonista (Will Smith), Miglior attrice non protagonista (Aunjanue Ellis), Miglior canzone originale (Dixon e Beyoncé per Be Alive), Miglior sceneggiatura originale (Zach Baylin) e Miglior Montaggio (Pamela Martin), Una famiglia vincente sta riscuotendo consensi.
Armato di una visione chiara e di un piano sfrontato di 78 pagine, il determinato padre e allenatore Richard Williams ispira le sue due figlie, Venus e Serena, a diventare le migliori tenniste del mondo.
Siamo negli anni ’90, Richard Williams è un ex atleta che vive a Compton, in California, con sua moglie Brandy, tre figliastre e due figlie naturali: Venus e Serena. Richard è convinto che le sue ragazze saranno future campionesse del tennis, così le allena ogni giorni nei campi liberi di un quartiere malfamato. Visita continuamente i principali tennis club dello Stato per convincere a grandi allenatori del tennis a prendere le figlie come allieve.
Persiste, guidando le due carriere, arrivando a realizzare tutti i suoi sogni, a costo anche di perdere la stima in se stesso, nel mondo e nella moglie.
A carriera quasi conclusa, Venus e Serena Williams, le due tenniste più vincenti e probabilmente più forti di sempre, si avvallano della qualità di produttrici esecutive per creare una biografia che celebra il loro padre, padrone e allenatore e ne esalta la figura di sognatore testardo.
Fare cinema sullo sport non siamo capaci, ma siamo ottimi biografi.
Una famiglia vincente è una pellicola di due ore e venti, diretta da Reinaldo Marcus Green e scritto da Zach Baylin, in cui viene passato in rassegna la storia del tennis degli anni ’90.
Ma si parla poco di sport, quanto più di una storia, di omaggi, di quello che sta dietro il mondo del tennis, di cosa bisogna fare per diventare famosi – non solo essere bravi, ovviamente.
Si sente poco parlare di gioco, stile, tattiche e colpi – certo, dritto e rovescio lo sa anche chi, come me, non è avvezzo al tennis. Si parla di nobili sentimenti come la convinzione, la volontà, l’umiltà e la voglia di vincere.
E Serena e Venus sono nate per vincere.
La vera problematica di questo film? Will Smith ruba la scena, diventando lui stesso il protagonista, non le figlie, non la famiglia. Il vero problema è il film stesso, incapace di gestire il materiale sportivo e umano che ha tra le mani.
Si tratta della storia di King Richard, delle sue volontà, del suo piano di 78 pagine.
Un bel film, godibile anche, ma non un film sullo sport. Una biografia, ben fatta e interessante, da recuperare prima degli Oscar.
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