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League of Legends, evento Star Guardian. Tiriamo le somme.

Quest’anno Riot Games ha voluto trattare l’universo delle Star Guardian, un mondo alternativo a quello di Runeterra.
L’evento si potrebbe ufficialmente considerare finito, anche se ci sono stati dei problemi, ma procediamo con ordine.

 

Cosa è l’universo Star Guardian?

Spesso le skin dei campioni di League of Legends, hanno delle storie.
A volte sono dei “what….if?“, in altri casi escono proprio da una sorta di “multiverso“, come appunto è accaduto per le Star Guardian.
Questo set di skin richiama il genere delle mahō shōjo conosciuto anche come majokko. Quelle storie dove delle giovani ragazze scoprono di possedere o di essere predestinate ad un grande potere magico che le permetterà (tramite trasformazione) di sconfiggere il male.
Con questa ambientazione le Star Guardian richiamano anime e manga famosi come Sailor Moon, Mew Mew o Puella Magi Madoka Magica.
Grazie al potere di un cristallo magico e di un famiglio, delle giovani studentesse (e in piccola percentuale anche degli studenti) possono trasformarsi nelle Guardiane Stellari che altro altro non sono che i campioni di League of Legend con gli stessi poteri.
Questo set di skin è così popolare tanto che è già stato lanciato per quattro volte (escludendo la prima skin con Lux, dove effettivamente non c’era ancora un “universo” condiviso).

L’attuale evento


Nel corso delle “generazioni” di set di skin, la Riot ha fornito molto materiale, non solo concept art, ma anche video, racconti e fumetti che hanno integrato di molto le informazioni su questo universo alternativo.
A differenza di quello che è successo lo scorso anno con la Rovina, con questo evento hanno saputo coordinare le tre piattaforme di gioco: League of Legends, Wild Rift e Runeterra, mettendo delle storie che rimangono parallele fino ad alcuni punti della trama.
Se da una parte questa scelta ha fatto mantenere una giusta coerenza con le storie è anche vero che ha dato non pochi problemi. Infatti per poter apprezzare tutta la storia un giocatore dove sbloccare le storie sia su League of Legends che su Wild Rift, praticamente facendo il doppio del lavoro.
Ma come è fatto l’evento di quest’anno? Con sommo dispiacere di molti giocatori che ricordavano il primo evento Star Guardian non c’è stato alcun PvE.
Si tratta di capitoli di visual novel, proprio come la precedente Rovina, a volte un po’ troppo lunghi.

La Storia

La storia, anzi le storie, di per sé sono molto belle. L’unico problema è che a volte si rivelano molto lunghe.
Le tematiche toccate sono interessanti e si esplorano aspetti dell’universo mai trattati prima.
Sul piano estetico hanno fatto un ottimo lavoro e le musiche (per quanto ripetitive) sono fantastiche.
La trama è molto interessante, fino al finale. Proprio sul finale (epilogo escluso) la storia vacilla. I colpi di scena corrono troppo in fretta e alcuni comportamenti sono troppo immediati, è come se mancasse un pezzo in mezzo.

 

 

 

I problemi

Il finale “semi-deludente” non è il solo problema di questo evento.
L’evento ha avuto seri problemi sul lato tecnico.
I server sono “andati a fuoco”, bug e glitch a non finire.
A volte le missioni non davano premi e il dover “farmare” punti era un grosso problema sia su Wild Rift che su League of Legend.
I problemi sono stati tali che la Riot ha deciso (solo per League of Legends) di rilasciare tutti premi indipendentemente dal punteggio a raggiunto a tutti e di prolungare l’evento fino al 24 agosto.

 

Analisi finale
L’evento di per sé è ben fatto. Ci sono un sacco di riferimenti, dialoghi interessanti e belle scene, degne degli stessi anime che il set di skin “scimmiotta”. Tuttavia è anche vero che si tratta del terzo evento visual novel, che per quanto calzasse con il tema, sta iniziando a stufare. Specialmente se paragonato con l’evento Star Guardian dove appunto c’è stata una forte tematica PvE.
Insomma, è stato piacevole, ma si sa che sono in grado di fare di meglio.

-Belharza

Belharza

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