130 anni fa, il 3 Gennaio del 1892, nasceva J.R.R Tolkien, colui che, per moltissimi, “ha inventato il fantasy”. Lui, ovviamente, avrebbe visto la questione in maniera diversa, perché ai tempi suoi non esisteva il genere fantasy come lo conosciamo noi, con tutte le derivazioni del caso (urban fantasy, high fantasy, epic ecc) e tutti i rivoli che si sono espansi anche oltre la pagina scritta: serie tv, film, videogiochi, giochi di ruolo e così via.
Il grande successo del Signore degli Anelli e della Terra di Mezzo tutta ha però indubbiamente creato un genere che fino ad allora era visto come “un gioco” o “una cosa per bambini”. Adesso sappiamo tutti che il fantasy va preso assolutamente sul serio ed è anzi capace, a differenza di altri generi che puntano più sul raccontare l’immediatezza, il proprio piccolo mondo e la realtà chiusa che lo circonda, di porsi le grandi domande che l’uomo e la donna dovrebbero farsi sempre, ancora di più in questo mondo velocissimo che tutto travolge: che cos’è la vita? E la morte? Come possiamo scegliere, quando non vi è scelta giusta? Meglio il dovere o le leggi? E così via.
Tante sono le forme del fantasy, ma senza la Terra di Mezzo nulla, a mio avviso, sarebbe stato possibile.
Da studioso tolkieniano ma soprattutto da scrittore del Fantastico (come lui, preferisco questo termine a fantasy) rimango sempre molto deluso quando leggo articoli e saggi su Tolkien che si fermano sempre sulla sua arte filologica e linguistica, sulla “profondità della Terra di Mezzo”, sulla “complessità”, senza mai riuscire a spiegare davvero il perché di tale successo, che giunge a far appassionare alle storie di Elfi e Hobbit anche chi non ha perizia filologica, conoscenze linguistiche e tutto ciò che ci gira attorno.
Mi sono dato una risposta: troppo spesso si dimentica che Tolkien non è stato un “mero” professore, e nemmeno un santone o un profeta (se gliel’avessero detto, avrebbe cominciato a inveire…) ma uno scrittore, un grande scrittore anzi, che è riuscito ad arrivare al cuore delle persone con tre grandi abilità di narratore. Vediamo quali.
Ecco, proprio nei giorni dell’anniversario della morte di Tolkien – 2 settembre 1973, in cui uscirà anche la serie tv su Prime Video – penso sia necessario ricordare soprattutto questo: era uno scrittore di grandissima qualità, che sapeva e sa toccare la corda più importante del lettore: quella che va dritta al cuore.
-Pierluigi Cuccitto
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