Non ci si aspetta mai una delusione da chi si crede di amare, soprattutto se rappresenta l’unico appiglio disponibile per fuggire da una vita monotona, ricca di sofferenza e indifferenza da parte di coloro che ti hanno messo al mondo. Una vita caratterizzata principalmente da crudeltà immeritate, causate da qualcuno al di fuori di sé, ma che hanno finito per ferire l’innocenza di una povera anima.
È ciò che accade ad Arianna, la più grande tra le figlie di Minosse e Persifae che, accecata dall’amore e dalla speranza di un futuro migliore, si getta tra le braccia di un giovane ateniese, prossimo a diventare re, tradendo la sua famiglia.
Mi chiamo Sarah e questo è il mio primo articolo in questo blog.
Sono da sempre stata appassionata di mitologia e cultura greca, fin da quando ne ho memoria e, come tale, ho cercato di approfondire tale passione attraverso i miei studi classici che mi hanno permesso di scoprire meravigliose storie di meravigliose donne.
Purtroppo, tutti gli autori più importanti in ambito di letteratura greca, sono sempre soliti focalizzarsi sulle gesta e sull’eroicità del sesso maschile, ignorando apertamente tutte le conseguenze che le donne hanno dovuto patire per colpa di questi uomini.
Ed era il tranello in cui ero caduta anche io, all’inizio, focalizzandomi solo sul fatto che un Ercole avesse portato a termine numerose fatiche, senza però conoscere la sofferenza della moglie Megara, uccisa o resa folle in base alle versioni; o di un Perseo che, per salvare la madre dalle grinfie di un patrigno lascivo, uccise la gorgone Medusa, senza però conoscere il vero motivo per la quale una giovane e intelligentissima sacerdotessa di Atena si fosse trasformata in mostro, solo per il volere carnale di un dio come Poseidone.
E anche di Arianna, la giovane donna protagonista di questo articolo, ne ignoravo la verità.
L’avevo sempre considerata un’ingenua, priva di spina dorsale, che era caduta nella trappola di due occhi color smeraldo solo perché che le avevano promesso la libertà. Teseo, figlio di Poseidone, è uno degli uomini con la quale dovrà, purtroppo, interfacciarsi.
Andando per gradi, Arianna nasce sull’isola di Creta e come lei anche la sorella Fedra, il fratello Daucalione e il mostruoso essere concepito dalla madre Persifae, dall’unione tra lei con un toro, di nome Minotauro o, come era stato precedentemente chiamato Aristeo, portatore di luce. Arianna ha da sempre avuto il cuore dolce e fragile, incline alla generosità e propensa ad aiutare il prossimo senza troppe fatiche; e questa sua benevolenza la trascinerà nei meandri della sua stessa condanna a morte.
Teseo, giunto insieme a tredici altri giovani ateniesi tra ragazzi e ragazze, deciso ad uccidere la bestia che da sempre aveva terrorizzato Atene in quanto Minosse aveva imposto un prezzo da pagare annuo in cui la città gli doveva donare quattordici ragazzi vergini per sfamare la fame del figlio illegittimo. Naturalmente, in uomo prigioniero nella città nemica di Creta, gettato nel labirinto di Cnosso progettato da Dedalo in persona, l’unico artigiano sulla terra in grado di creare gli ingegni più intricati, non poteva farcela da solo. Ed ecco qui che entra in gioco la giovane principessa: ammaliata dalla sua forza e dalle sue parole, soccorsa dallo stesso Dedalo, aiuta il giovane eroe a sconfiggere il fratello, fornendogli la sua ascia e legandogli un filo rosso al polso, così che potesse ritrovare la strada per tornare indietro.
E fino a qui, il mito lo conosciamo un po’ tutti.
Ma ciò di cui non siamo a conoscenza, è quello che viene dopo.
Il dolore e la sofferenza alla quale verrà sottoposta Arianna, dopo aver donato persino il suo corpo a un uomo che le aveva promesso il mondo.
Teseo l’abbandona sull’isola di Nasso, con una sola giara d’acqua e qualche vivere giusto per una settimana o due. Si ritrova sola, su quel letto in cui si erano uniti, a piangere, invocare e gridare che Teseo tornasse da lei.
Ma così non accade.
Lei rimarrà da sola su quell’isola, in preda alle crisi di nervoso, alla consapevolezza della morte e del fatto che avrebbe da sempre vagato in quel luogo senza una degna sepoltura perché, senza di essa, non avrebbe potuto nemmeno godere del calore delle fiamme dell’Inferno.
Ma quando il peggio sembra avere la meglio, ecco che dalla fontana della casa dentro la quale si era rifugiata, sgorga acqua e poi vino rosso; gli alberi si riempiono di frutti e le piantagioni di verdura.
Sulla spiaggia giunge una nave, ma non quella del suo amato.
È Dioniso il suo nuovo compagno di viaggio, l’uomo che la solleverà da morte certa… o così pensava.
Ma Jennifer Saint, autrice di questo meraviglioso libro, non ci racconta solo la storia di Arianna.
Tra un capitolo e l’altro, salta fuori anche Fedra, la sorella più piccola, che si ritrova sposa di Teseo, l’uomo che lei stessa aveva ammirato nelle notti trascorse a Creta, venduta dal fratello Deucalione come sigillo di pace tra Atene e la sua isola natia.
Man mano che la loro relazione avanza, Fedra inizia a nutrire dei sospetti nei confronti dell’eroico marito, soprattutto riguardo la prematura e improvvisa morte della sorella come lui raccontava di essere successo.
Giunta in età da matrimonio, Fedra e Teseo si sposano mentre, dall’altra parte del mondo, Arianna e Dioniso hanno già convogliato a nozze e stanno pian piano costruendo la loro famiglia.
I giorni, mesi, anni passano velocemente, sino a quando le due sorelle non si rincontrano: adulte, piene di esperienze, forti e smussate dalle sofferenze alla quale sono dovute andare incontro alla loro giovane età.
Arianna, madre ormai di cinque figli, viene a conoscenza di tutti gli inganni che Teseo ha narrato nel corso degli anni; della morte del padre Minosse, dovuta alla sua sete di sangue per cercare Dedalo, fuggito una volta che il labirinto era stato distrutto; e di particolari del marito Dioniso, del suo rito e della sua religione, alla quale non voleva assolutamente credere. Ed è qui che entra in gioco la vera diversità tra le due donne che, inizialmente, può sembrare solo dovuta alla differenza di età, ma che diviene invece palese con l’alternarsi dei loro punti di vista sempre più frequenti nel corso del libro.
Due sorelle, nate dalla stessa madre e dallo stesso padre, che hanno avuto a che fare con un destino fin troppo simile, risultano essere totalmente diverse: Arianna rimane sempre la giovane fanciulla indifesa, dolce e cordiale, un po’ ingenua nel comprendere davvero la malvagità del mondo; Fedra è totalmente l’opposta, ribelle e spirito libero. Talmente libero che la porterà a una fine… che preferisco non spoilerarvi.
Arianna di Jennifer Saint è un crescendo di emozioni, che mi ha stupito soprattutto alla fine del libro, pietrificandomi.
Questo libro lo paragono al mare in estate: limpido, calmo e meraviglioso. Poi, improvvisamente, diventa sempre più tempestoso, fino a divenire una tormenta, le cui onde fredde di verità e consapevolezza colpiscono in pieno viso non solo le nostre protagoniste ma anche i lettori stessi.
E, infine, si arriva alla calma e l’inizio di una nuova vita… o almeno di spera.
-Sarah
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