Nii-chan, una storia sbagliata che fruga nella perversione e disperazione umana
Nii-chan è un manga edito J-pop dell’autrice Harada di genere yaoi, anche se solitamente i suoi lavori vanno ben al di là di questa etichetta. Ed è così anche in questo caso, ci troviamo infatti di fronte a un volume autoconclusivo dalle tematiche particolarmente forti.
La trama
Yui è un bambino i cui genitori lavorano molto e per questo rimane spesso da solo, passando molto tempo con un vicino di casa, un adulto che gli presta molte attenzioni. Un giorno, l’uomo cerca di abusare di lui e il bambino si salva all’ultimo momento.
Passano gli anni e Yui, crescendo, matura un ricordo tenero e morboso nei confronti di quell’uomo che, nonostante volesse fargli del male, era anche molto gentile e attento nei suoi confronti, fino ad arrivare a pentirsi di essere scappato da lui, quel fatidico giorno.
Per caso, Yui incontra nuovamente il suo nii-chan (“fratellone” in giapponese, riferito non solo ai fratelli di sangue ma anche a persone più grandi con cui si ha confidenza) e gli confessa di voler fare con lui quello che non era stato pronto a fare da piccolo…
Lo stile
La Harada ha sempre uno stile di disegno molto pulito e accurato che però sa mostrare, quando necessario, tutto il torbido e il marcio, grazie alla sua capacità di delineare espressioni realistiche e pregne di emozione. In una scena i personaggi possono avere l’aria più delicata e innocente, in quella dopo cambiare completamente in maschere di orrore.
Nii-chan
Nii-chan è una storia cruda, cattiva e sbagliata, non adatta a tutti per via delle tematiche forti e disturbanti. Analizza la psiche umana nelle sue accezioni più torbide, proponendoci due personaggi che hanno chiaramente dei problemi e la cui relazione è tutto fuorché sana. Entrambi sanno di portarsi dietro dei traumi, che il loro legame è sbagliato, che il mondo non li accetterà mai, ma in qualche modo cercheranno di venire a patti coi propri problemi e di restare insieme, aggrappandosi l’uno all’altro con disperazione ossessiva. La loro è una storia malata, tossica, che mette a dura prova il lettore mostrandosi senza veli in tutto il suo male.
Nonostante questo (o forse proprio a causa di ciò) durante la lettura si prova anche pena per Yui e nii-chan, che rivelano un ventaglio di sfaccettature che li rende estremamente umani.
Nii-chan è una storia perversa che parla di pedofilia, di disprezzo per se stessi, di traumi non superati, di disperazione, di passione folle e violenta, di dipendenza emotiva. Di qualcosa di completamente sbagliato da cui i protagonisti però non possono uscire.
La storia all’inizio sembra qualcosa, poi rivela delle verità che cambiano le carte in tavola e anche l’approccio del lettore. Pare infatti che fosse nata come one shot ma che poi l’autrice l’abbia ripresa in mano, approfondendola e portandola in una direzione che probabilmente non era inizialmente prevista.
Ho apprezzato moltissimo il finale, che non è romanticizzato, nonostante a una prima occhiata possa quasi sembrarlo, bensì lascia nel lettore (e in Yui stesso) delle domande sulle scelte compiute e su quanto siano giuste.
Consigliatissimo se apprezzate le storie controverse che scandagliano la mente umana nei suoi meandri più oscuri.
– Viky