Il signore degli anelli – Gli anelli del potere
Ci sono poteri oltre l’oscurità all’opera in questo momento. Forse in giorni come questo non ci resta che fidarci del loro disegno e rinunciare al nostro.
Il signore degli anelli – Gli anelli del potere ha tante tematiche e citazioni che ci hanno colpiti, è inutile negarlo, ma tra queste emerge, a gran voce, la tematica della speranza e dell’accettazione che, ciò che accade, non dipende spesso da noi, ma dal Fato o da qualcuno.
Gli Anelli del Potere si basa sul romanzo di J. R. R. Tolkien Il Signore degli Anelli, in cui l’autore ha descritto alcuni eventi antecedenti a quelli del romanzo ed è cronologicamente ambientato nella Seconda Era, centinaia di anni prima degli avvenimenti raccontati ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli. La serie sia scollegata dai film diretti da Peter Jackson per richiesta della stessa Tolkien Estate. La Seconda Era della Terra di Mezzo fu caratterizzata da diversi eventi molto importanti: oltre alla forgiatura degli Anelli del Potere da parte di Sauron e la sua ascesa, infatti, a questo periodo risalgono anche l’ultima alleanza tra Elfi e Uomini e la caduta del regno insulare di Númenor.
I primi due episodi, non si può negare, fungono da introduzione. Un’introduzione che alcuni possono non aver apprezzato, ma serve per far capire quali saranno i personaggi principali e quale sarà il nemico, anche se lo sappiamo già: Sauron.
Ma chi è Sauron? A questa domanda, si risponderà all’ultimo episodio, in qualcosa che sa di tradimento, di retrogusto amaro, ma anche di colpo di scena e tutto si incastra perfettamente, come un puzzle a cui non si riusciva a dare un verso.
All’interno de Il signore degli anelli – Gli anelli del potere ci sono diverse linee narrative:
Durin e Elrond
Un’amicizia come poche ne abbiamo viste. Certo, ci hanno richiamato un sacco Bilbo e Thorin, ma anche Legolas e Gimli.
Elrond è una persona colta, arguta, è un mezzelfo, ma allo stesso tempo, ha una percezione della vita completamente “elfica”. Vent’anni non sono nulla per loro, ma per i nani sì, per Durin sì. Per quello, una volta presentatosi alla sua corte, Durin non può accettarlo come se nulla fosse.
Ma la loro amicizia è ancora salda e forte.
In vent’anni, molte cose sono cambiate: Durin si è sposato con Disa, un personaggio che non ha inventato Tolkien, ma è stato creato appositamente per la serie.
Eppure, è un personaggio meraviglioso, forte, combattivo e bellissima.
Mentre i nani scavano, cercando di farlo all’insaputa degli elfi, Elrond e Durin riallacciano i rapporti, fino ad essere legati da più che il destino. Perché a Durin viene rivelato che gli elfi stanno perendo, e l’unica cosa che può salvarli è il mithril, una pietra scoperta in una parte particolare delle montagne. Un luogo che, nelle profondità, nasconde qualcosa che, i fan de Il signore degli anelli conoscono bene…
Durin si presenta alla corte di suo padre, cercando di convincerlo a riprendere a scavare, ma il re sentenzia che lascerà morire gli elfi – perché tutte le cose muoiono, prima o poi. Così, Durin e Elrond vengono in carcerati e poi liberati. A Durin viene tolto il simbolo della nobiltà ed Elrond viene rimandato a casa.
Galadriel
Può sembrare banale dedicare una linea temporale a lei, ma lei è uno dei protagonisti de Il signore degli anelli – Gli anelli del potere. Galadriel non è ancora come l’abbiamo conosciuta nei film di Peter Jackson, è giovane – nonostante gli anni che porta sulle spalle e le varie perdite, tra cui famiglia, fratelli, marito e compagni -, ma non parte per una cieca brama, ma perché il suo cuore le dice che è lui c’è ancora, che Sauron è vivo e che sta tornando l’oscurità sulla terra di mezzo.
Galadriel non è ancora fatta di luce, Galadriel deve toccare l’oscurità, ne ha bisogno per capire quale sia la cosa giusta. E per farlo, ha bisogno di una missione, di un esercito, di Halbrand.
Ma nulla è come sembra.
Halbrand, re delle terre del Sud
Halbrand, personaggio creato appositamente per la serie, si trova su una zattera in mezzo al mare, quello che conduce alle terre immortali, dove è stata mandata Galadriel – anche se potremmo anche usare la parola “bandita” -, ma lei sa di non meritarselo, non ancora.
Si ritrovano su una zattera, insieme ad altri umani, umani che odiano gli elfi e non la vogliono su quella speranza fatta di legno.
Una volta che tutti muoiono, rimangono solo Halbrand e Galadriel che, vedendo la pergamena che porta, lo inquadra subito come l’erede al trono delle terre del nord.
Iniziano il loro percorso a Numenor, ma la strada è tanta e porta fino a Gran Burrone, agli elfi.
L’incontro con Elrond è molto delicato. Ma è arrivato il momento di forgiare l’anello o gli anelli…
Pelopiede
Non ci sono ancora gli hobbit, sono gli antenati. Ma c’è una piccola pelopiede che guarda al vasto mondo con curiosità e amore.
E sarà il suo coraggio a ritrovare… proprio Gandalf!
“Non posso dire di averlo sempre saputo. In ogni scena che interpretavo sentivo di avere tutte le informazioni di cui avevo bisogno per interpretarla nella maniera più veritiera possibile. Quando inizi con una tela bianca, non puoi preoccuparti troppo di ciò che succederà nel futuro. Gli showrunner conoscono l’arco narrativo, io non devo saperlo per forza troppo tempo prima”. In effetti, ha scoperto che lo Straniero è uno stregone solo quando ha girato il finale: “Mi sono seduto ed ero sconvolto, perché non avevo idea della direzione che avremmo preso. Sapevo che era in grado di gestire tantissimo potere proveniente dal mondo della natura, quindi doveva essere una sorta di Maia. Ma non sapevo dove saremmo andati a parare. Quindi quando ho letto la scena ho esclamato: ‘Non mi dire! Quindi è lui! Ok, partiamo!’ È stato un momento incredibile”.
Gli Istari che abbiamo visto nei film di Peter Jackson sono Saruman il Bianco, Gandalf il Grigio, Radagast il Bruno. Nei romanzi di Tolkien esistono altri due personaggi chiamati gli Stregoni Blu: Alatar e Pallando. Ne I Racconti Incompiuti si dice che arrivarono sulla Terra-di-Mezzo nella terza Era, anche loro per aiutare nell’opposizione a Sauron, e vennero mandati nel profondo est dal Valar Oromë, ma di loro si sa pochissimo e non si sa nemmeno che fine abbiano fatto.
Commento
La regia inquadra volti, movenze e abbigliamento, personaggi che dialogano fra loro, soffermandosi anche sui meravigliosi paesaggi, mentre le scene d’azione sono decisamente più frenetiche.
La prima stagione lascia diverse domande aperte, ma l’ultimo episodio, colmo di citazione, merita veramente uno sguardo attento, per ricollegare tutte le varie linee narrative.
Non capisco il fandom, nonostante abbia delle pecche evidente perché è veramente godibile e lo spirito di Tolkien si percepisce in ogni scena.