Prisma: uno SKAM rimodernato
Prisma è una serie tutta italiana, ideata da Ludovico Bassegato e Alice Urciolo, già visti come creatori di SKAM Italia (di cui vi lascio la recensione della quinta stagione). Pubblicata il 21 settembre 2022, è disponibile su Amazon Prime Video. La serie narra le vicende di un gruppo di ragazzi di Latina, in particolare di Andrea e Marco. I temi trattati sono i più disparati, fra cui spiccano la fluidità di genere, il bullismo, l’autolesionismo, la sessualità e lo spaccio di droghe leggere.
Prisma
Prisma è un teen drama, quasi di formazione, che ruota attorno a una complessa dualità: l’aspetto fisico e l’identità; soprattutto per una generazione che usa la propria immagine come strumento principale per esprimersi. Vediamo raccontata la storia di Marco e Andrea, due gemelli identici che sfidano, ognuno in modo differente, le norme di genere. Il loro percorso alla scoperta di sé coinvolgerà anche il loro gruppo di amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo in continuo cambiamento.
Recensione
Il protagonista è Mattia Carrano, che ricopre il ruolo dei gemelli Marco e Andrea. Fin dal pilot vediamo Bassegato confermare uno sguardo estremamente lucido nel rappresentare con realismo la quotidianità dei suoi protagonisti e l’adolescenza, età di passaggio in cui sono immersi. Tra attese e sospensioni, slanci e inquietudini, evoluzioni e digressioni, il tutto accompagnato da adatte colonne sonore, quali la musica trap. Come per SKAM abbiamo l’utilizzo delle grafiche verticali di chat Instagram e Whatsapp, nonché le stories, i post, i vocali e i video.
Questo sottolinea sempre più come i social siano parte integrante della vita della gen Z e della nostra quotidianità. Sappiamo che sono un’ estensione digitale che plasma identità in via di definizione, dove tutti si sentono al sicuro. E qui scende in capo il prisma che viene citato nel titolo: non è solo la fluidità di cui è pervasa la serie, ma anche alle molteplici rifrazioni identitarie e ignote che i social forniscono agli adolescenti. Tutto questo porta alla scoperta di sé stessi, in un modo del tutto naturale.
La presenza di artisti legati al mondo LGBTQ+, quali Achille Lauro e Francesco Cicconetti dà sicuramente una nota realistica, portando una ventata di aria fresca. Gli adolescenti dipinti in questo meraviglioso piccolo capolavoro sono come isole, unite l’una all’altra da lembi di terra sotterranei, quali i social sono. Liberi dal giudizio e dal controllo degli adulti, divengono un porto sicuro in cui rifugiarsi.
E voi avete già visto questa stupenda serie? La recupererete? Aspettate la seconda stagione come me? Fatecelo sapere! Per ora è tutto, un saluto, Shadow!