Quando il dio Apollo invia i suoi serpenti nella cesta in cui Cassandra, ancora in fasce, dorme tranquilla, è chiaro a tutti che la bambina sia destinata a una vita eccezionale. Ma persino una principessa come lei, figlia del grande re Priamo, signore di Troia, dovrà piegarsi a un disegno più grande della sua singola esistenza. E così, fin dalla giovanissima età, Cassandra comincia, per volere del dio, ad avere visioni degli eventi futuri. Quello che tutti chiamano “il dono” sarà però la sua condanna a una solitudine senza scampo, alla quale Cassandra cercherà di sfuggire, scatenando una sequenza di avvenimenti fatali, che porteranno la sua Troia alla guerra narrata nei millenni a venire. E il suo dono non le sarà utile nemmeno a salvare chi ama. Nulla potrà fare per allontanare la morte, seppure prevista. In un mondo in cui la vita degli uomini è scandita dai capricci degli dèi e governata dall’ineluttabilità del fato, una donna cercherà di opporsi con coraggio a un destino capace di sconvolgere l’esistenza dei mortali.
Conoscere prima ciò che accadrà è una delle più grandi sciagure. Non si può sfuggire a ciò che il destino vuole che avvenga, e saperlo in anticipo raddoppia il senso di impotenza.
Cassandra di Cinzia Giorgio – Review Party
Una giovane bella come Afrodite d’oro.
La sacerdotessa di Apollo.
Lei è Cassandra e ha il dono della preveggenza, un’abilità che la conduce da Troia agli Achei, perché lei conosce il suo destino e non può fare nulla per impedirlo.
Così racconta Omero nei suoi scritti e ora tocca a Cinzia Giorgio darle una nuova e degna veste che racconti, ancora una volta, in modo diverso, la forza di questo personaggio incredibile.
Cassandra
Figlia di Priamo ed Ecuba, sorella di Paride ed Ettore, Deifobo, Eleno, Polite, Polidoro, Troilo e Laodice, Creusa, Polissena – e circa altri cinquanta illegittimi, citando Omero – è la cognata di Andromaca, moglie di Ettore, un altro personaggio incredibile.
(ILIADE XIII, VV. 361-393)
Quanto gli altri attribuiscono la parola “maledizione” all’abilità di Cassandra, è giusto prendere le distanze. Omero non lo inquadra come maledizione, ma come dono, come qualcosa dato dagli dei, qualcosa che lei deve controllare tramite predizioni e lettura dei vaticinii.