La figlia della foresta di Juliet Marillier – Review Party
Intanto comincio con l’ammettere che la fiaba dei sei cigni di tradizione germanica da cui questo fantasy trae ispirazione a me era totalmente sconosciuta. Ora non più. Quindi dal mio punto di vista questo romanzo è stato edificante ancor prima di cominciare a sfogliarlo.
L’inizio lento fa presagire una trama ricca che esige un’attenta costruzione. È nell’evolversi però la vera e propria sorpresa perché è difficile intuire cosa accadrà e come una giovane donna, orgogliosa, capace e tenace ma anche modesta e calma nell’atteggiamento, riuscirà a salvare la sua famiglia, cambiando e rafforzando la propria identità.
Possiamo sicuramente individuare diversi grandi topoi all’interno del romanzo dai quali emergono spunti di riflessione ma anche osservazioni originali e filosofiche sul bene e sul male, variabili umane spesso influenzate dal nostro modo di guardare il mondo.
Dolore
Inizia tutto con un uomo, Colum, che si innamora di una donna, la sposa e concepisce con lei sette figli, sei maschi e l’ultima femmina che non conoscerà mai l’affetto materno perché la donna muore dopo averla donata al mondo.
Il dolore spegne la luce e il sorriso di quest’uomo che solo e arrabbiato si ritrova a dover sopravvivere senza l’amata.
Paura
Quando le sorti di questa famiglia si complicano la paura di perdere il futuro, l’incertezza della morte, il timore di un errore o di un imprevisto prendono il sopravvento.
Tradimento
La sensazione di non potersi fidare neanche di sé stessi, il colore rosso del sangue, la fiducia ingenua di un innocente davanti ai colpi impietosi della sorte. Il dolore riflesso negli occhi di chi è stato tradito. L’incapacità di reagire e l’impossibilità di accettare l’evidenza. La voglia di giustizia.
La consapevolezza che la linea di confine tra luce e ombra è veramente sottile.
Onore
L’onore è quello strano sentimento che costringe l’uomo ad azioni coraggiose come andare alla ricerca di un nemico per distruggerlo senza curarsi dei pericoli. È essere all’altezza delle aspettative come Sorha davanti ai nemici britanni.
Lealtà
Donal, guida e protettore dei sette ragazzi, ha insegnato loro la lealtà e in nome di quello stesso sentimento agisce mettendo a rischio la propria credibilità agli occhi di Colum.
Amore
Sentimento che possiamo sperimentare in tutti i suoi aspetti, da quello devoto, travolgente e definitivo di Colum per la defunta moglie, amore che può trasformare la vita in un paradiso oppure come in questo caso può distruggerla e costringere chi resta alla mera sopravvivenza a quello meno poetico ma più pratico di Conor, uno dei fratelli, per il sapere. Dall’amore che guarisce a quello fraterno qui fortissimo, a tratti devastante. Dall’amore arrabbiato, mescolato a volte col dolore, a quello amicale dai cui abbracci la nostra protagonista trae in parte la propria forza. Infine l’amore lieto, donato, da proteggere perché concesso solo a pochi.
La scrittura è un giusto compromesso tra un sapiente e ricercato uso delle parole e un periodare non troppo complesso e articolato da scoraggiare una lettura veloce, nonostante il numero considerevole di pagine.
I personaggi principali, numerosi, sono sempre perfettamente identificabili. Abile l’autrice anche a non dare per scontate le somiglianze e le differenze tra fratelli permettendo di riconoscere ora l’uno ora l’altro da molteplici sfumature.
Romanzo per tutti perché ogni personaggio è lo specchio di un tipo umano diverso nel quale è facile ritrovarsi e ogni luogo descritto è talmente fantastico che diventa inevitabile perdersi.
Consiglio per la lettura: biscotti d’avena appena sfornati e un calice di idromele.
-Jessica Dichiara