Ghost World di Daniel Clowes
GHOST WORLD E ALTRE STORIE
Autore: Daniel Clowes (testi e disegni)
Da qualche settimana La Repubblica sta pubblicando una serie di volumi a fumetti dedicati ai più prestigiosi autori del panorama internazionale, malgrado abbia deciso di usare l’abusata e pretenziosa definizione ‘graphic novel’ che non sempre è appropriata. In ogni caso, i lavori finora proposti sono di indubbio rilievo e questo quarto volume, in particolare, si segnala perché dedicato a Daniel Clowes, una delle personalità più anti-convenzionali del panorama indie statunitense. Clowes deve fama e successo con Ghost World che forse molti conoscono per l’adattamento cinematografico con Scarlett Johansson. Si tratta di un fumetto di culto che, secondo parecchi fan, ha rappresentato degnamente l’attitudine cinica e disincantata della cosiddetta Generazione X.
Trama
Le protagoniste sono due amiche, Enid e Rebecca. Hanno finito le superiori e il futuro per loro è un’incognita. Enid è strafottente, polemica, sprezzante, ama atteggiarsi come una ragazza alternativa e probabilmente andrà al college (ma non ci sono certezze al riguardo). Rebecca, invece, è bella e bionda e vorrebbe che la vita fosse identica a quella che aveva quando frequentava la scuola. In realtà, non si comprende mai cosa desideri realmente e, se è per questo, nemmeno Enid sembra avere le idee tanto chiare. Vivono in una tipica cittadina americana, trascorrono le loro giornate parlando di sesso, ragazzi e argomenti assurdi e interagendo con individui altrettanto assurdi: uomini viscidi che cercano di sbarcare il lunario come meglio possono; amiche che pensano a una improbabile carriera nel cinema; scioperati; balordi; truffatori che affermano di essere astrologi; maniaci e ragazzotti timidi e repressi che non sanno nemmeno fare un’avance.
Clowes racconta, quindi, le vicende quotidiane di un’umanità alla deriva, delineando situazioni narrative paradossali con tanta ironia. Molti episodi di Ghost World, in effetti, sono divertenti; ma il divertimento è amaro perché l’autore, con il pretesto della cronaca della vita di due ragazze, descrive una società americana compromessa dal razzismo, il consumismo, il materialismo, l’ossessione per il successo e la fama, con la presenza fastidiosa dei mass-media che stimolano i peggiori istinti umani e alimentano odio e pregiudizi. Sono presenti, inoltre, numerosi riferimenti al rock, all’immaginario pop e a svariati movimenti contro-culturali che fanno di Ghost World una vera e propria pietra miliare dei comics indipendenti a stelle e strisce. Il volume include pure alcune storie auto-conclusive tratte dall’antologica Caricature. Anche in questo caso Clowes ci presenta personaggi poco convenzionali: caricaturisti frustrati; ragazze fuori di testa; ragazzi che odiano la contemporaneità e sono ossessionati dalla cultura popolare degli anni sessanta, e così via. In questi splendidi lavori l’autore si dimostra ironico e sferzante e non si esime dal denunciare gli aspetti più discutibili della società statunitense. Emerge il ritratto di una collettività mentalmente precaria, confusa e, a conti fatti, infelice. Testi e dialoghi sono provocatori e incisivi e Clowes concepisce sovente battute fulminanti, riuscendo a coinvolgere il lettore. Il suo stile di disegno non concede nulla all’estetica del fumetto mainstream, ma è comunque gradevole e ha una preziosa fluidità, con alcuni vaghi rimandi all’attitudine pop di Roy Lichtenstein. Nel complesso, quindi, questa proposta editoriale è da prendere in considerazione e se per una volta volete leggere qualcosa di diverso dai soliti supereroi, potete avvicinarvi all’universo irresistibile del grande Daniel Clowes.
Sergio Duma