Il quinto sigillo di Davide Cossu – review party
Stanca dei soliti thriller, per carità meravigliosi e attuali, capaci di farmi comprendere il mondo in cui oggi mi trovo a muovermi, ho scelto di immergermi nel passato.
Un passato che ho conosciuto in gioventù, tramite studi accademici e che seppur mi abbia aiutata a comprendere il mio presente, ha creato anche una sorta di soffocante senso della routine.
La storia insegna, affascina ma al tempo stesso è pericolosamente in grado di allontanarci dalla visione critica, facendoci rifugiare in un universo utopico e edulcorato.
Troppo edulcorato.
Lo provano i saggi, o pseudo-saggi che tentano di riabilitare le figure del passato, non in virtù di nuove conoscenze, dati o tecniche di indagine, ma osservate attraverso la lente di ingrandimento della nostra mentalità moderna.
Noi non riabilitiamo, noi diamo una veste moderne a figure che, necessariamente, si muovevano in una dimensione totalmente opposta alla nostra.
Le diversità ci aiutano sicuramente a comprendere il nostro modo di vivere attuale, ma appunto in virtù di una sostanziale diversità e donandoci la visuale del progresso.
È cosi che la storia si muove in una sorta di strana e affascinante spirale che tende a innalzarsi verso il cielo ma che a volte può rivolgere il suo sguardo verso il basso.
Ecco perché mi sono allontanata non solo da molti storici ma anche dai libri con contaminazione storica.
Erano agiografie, tentativi moderni di usare i dati come slogan per le nostre evanescenti battaglie moderne.
Ma non sono fotografie.
Non sono istanti in cui cogliere tutto il cammino dell’uomo.
E poi però, l’amore troppo negati si ripresenta con un fervore inconsueto.
E il bisogno di storia si fa preponderante, pungola e mi tortura l’anima.
E cosi mi ritrovo tra le mani il quinto sigillo.
Il quinto sigillo
Che non racconta solo un indagine.
Non è un istantanea di una difficoltà e di una divisone che subiamo ancora oggi.
È qualcosa in più.
È il viaggio dell’uomo attraverso la scelta delle scelte, quella che ancor oggi funesta il nostro vissuto: ricomporre lo strappo o usarlo per i propri miserevoli fini?
Firenze la grande, culla della civiltà, patria del progresso economico, delle arti e del saper far politica.
Regno dei Medici, coloro che più di tutti hanno lasciato indelebili tracce nella mia passione politica.
Firenze e quel rinascimento che è si promessa utopica ma anche disastro annunciato, in cui la volontà di creare la bellezza dell’unione si infrange sull’ossessione del potere.
Ecco chi mi conosce sa, quanto amo e ho amato quel periodo storico, quanto la storia che fa da sfondo a questo libro che è davvero uno straordinario affresco, sia in fondo la storia che urla più forte in quel sangue, che è metà sentimento o metà politica.
Una politica che ancor oggi si dibatte tra l’etica e la ragion di stato.
È quello il dramma del libro e il mio dramma.
Di chi conosce l’importanza della rettitudine, di quelle leggi sacre immagini di dio e del cosmo. E di chi quelle stesse tende a piegarle per propri oscuri e banali fini.
E cosi durante quel concilio ecumenico, in cui si tenta, forse invano, di sanare la frattura tra la chiesa latina e quella greca è il delitto a mettere in luce quanto quello sforzo sia pericoloso, sia manipolato a altrui volontà e metta in pericolo il sogno dell’unità sociale e politica.
Saranno due ingegni diversi e complementari Leon Battista Alberti e Parentucelli, raffinato e dotto teologo a dover sbrogliare la matassa intricata, con un solo indizio: TIMEO.
Cosa ci azzecca Platone con l’omicidio e la possibile unione di due chiese, figlie di uno stesso padre ma divise, forse, dall’ego sta a voi scoprirlo.
Posso soltanto dirvi che il nostro Davide Cossu è tutto fuorché un esordiente: maestro abile intreccia un arazzo complicato senza timori o tentennamenti, dipinge con grazia un affresco potente e inquietante.
Sviluppa una trama degna del più raffinato autore navigato.
Insomma Il quinto sigillo è una lettura che incanta, stupisce e travolge, come un fiume impetuoso e in piena.
Complimenti e chapeu!