IL PONTE DEI DELITTI DI VENEZIA di Matteo Strukul – review party
Ei fu siccome immobile
dato il mortal sospiro
scrisse l’autore indomito
orbo del suo destino
così percossa e attonita
la blogger al foglio sta
muta pensando all’ultima
pagina assai geniale
scritta al freddo indicibile
in una Venezia un po’ spettrale
la luna a compiacere
nel cielo rimarrà
Muta perché, in effetti, alla fine di questo romanzo ci si arriva con il fiato mozzato e si rimane disorientati per una trama di per sé prevedibile per chi conosce e legge da tempo Matteo Strukul eppure capace di tenere in ostaggio il respiro e in allerta gli altri sensi. Così davanti alla morte in una notte bollente d’estate il lettore sarà pienamente consapevole di essere finito dentro un’avventura che lascerà malvolentieri.
Antonio nel pensar l’ausilio
vide il delitto e tacque
tragedia oscura e ambigua
la salma al tramonto giacque,
di mille grida al monito
unita la sua non fa’
al Doge col dovuto encomio
poi disse del crudele oltraggio
la fama lo precede al pulpito
segno del suo coraggio;
il cadavere intanto è un compito
che ognuno temerà.
La frenesia delle prime pagine verrà presto sostituita dal corpo del romanzo, avvincente, ben strutturato e organizzato dalla penna esperta di Strukul che non dimentica di farci abitare i luoghi della vicenda e di farci partecipi dei dubbi e delle inquietudini dei suoi personaggi. Personaggi conosciuti, tanti, che ritroviamo con piacere nella loro evoluzione e che hanno coerentemente mantenuto le loro caratteristiche peculiari che ce li avevano fatti già ampliamente apprezzare.
Da Murano vetri rapidi
tra le mani e col pensiero
Colombina crea res divine
le consegna in un baleno;
intanto per la strada tra mercanti e marinai
Antonio indagherà
Quali sono le sue armi? Ai posteri
chiediam, sicuri siam di lui
l’arte tutti conoscono
il ritratto di istanti bui
coi suoi capelli mossi
Venezia cercherà
Non mancano pillole storiche affascinati e suggestive, immagini che Canaletto ci proietta direttamente dalle sue iridi, come quella della stamperia con gli inservienti che si affaccendano ai torchi, tra fogli di carta che nascono direttamente dalla cellulosa, caratteri di stampa e lastre per incisioni, uno spettacolo che l’autore riesce a rendere vivo.
Non mancano le grida
la vergogna e il cuore sdegno
l’ansia e il battito indocile
che soffre senza ritegno
e la salvezza è un premio
che sembra follia sperar;
nulla in questa storia
sfugge al nostro travaglio
Charlotte e la sua memoria
tenace a scoprir l’imbroglio
la luna a compiacere
di nuovo salirà
Passaggi forti mi hanno fatto pensare che spesso cerchiamo una soluzione anche dove non può più esserci perché ciò che è stato spezzato non tornerà integro per magia. Così Matteo non manca neanche questa volta di regalarci con un linguaggio storico preciso e adeguato momenti forti ed emozioni intense. Molti interrogativi rimarranno sospesi intorno alla sofferenza, alla violenza e alla rassegnazione.
Bravo Matteo! Ora giubila!
il romanzo è una bellezza
scrivi ancor questo e allegrati,
per la tua affermata altezza
a noi lettori importa
che la tua penna scriverà.
E io dalle bianche pagine
Sporcate da ogni parola
dico ai lettori: merita!
È come una bella tavola
E il blog che oggi mi ospita
È un onore ringraziar!
Jessica Dichiara
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