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Una ragazza d’altri tempi di Felicia Kinsley – Review Party

Abbiamo davvero il coraggio di affrontare il nostro passato?

Abbiamo davvero la sfrontatezza di guardarci dentro?

Mentre leggevo le avventure a tratti esilaranti della nostra protagonista, me lo sono chiesta.

Troppe volte, a ogni paragrafo, a ogni capitolo.

E la risposta è sempre la stessa.

Preferisco scappare.

Dal dolore, dai ricordi, persino dalle responsabilità.

Me ne sono resa conto quest’estate, in cui immersa in quello che chiamo il mio posto segreto, piena di bellezza e persino della forza di un vento che non smetteva, neanche con il caldo asfissiante, di soffiare, ho compreso che… non mi serviva un posto segreto.

Che ovunque fossi andata, quel vento, quelle sensazioni erano profondamente mie.

Che scappavo per trovare me stessa, ma la me stessa tanto decantata, non era mai, sottolineo mai andata via.

Che in ogni nostalgia esisteva il rifiuto di accettare la bellezza, la fortuna e persino l’invito a lottare per ogni diritto, per ogni sentimento.

Ecco questo è il superpotere di un libro.

Noi lo invochiamo spesso ma mai, quasi mai sappiamo davvero cosa sia.

E non è certo il rifugiarsi in un mondo che non esiste, nella fantasia, nel regno sotterraneo dove il dormiente Chtulhu si fa beatamente gli affari suoi.

Leggere significa comprendere di quanti tasselli è fatta la nostra anima, leggere ci spinge a muoverci e creare giorno per giorno la nostra vita, perché le parole sono semplicemente la sveglia che suona sul comodino e ci avverte che è ora di affrontare la vita.

E quindi si dobbiamo poterlo affrontare il passato.

Sotto forma di dolore, rimpianto e persino guardando in faccia la perdita.

In questo testo in cui il regency si affianca il mistery, Rebecca in fondo capisce che non aveva bisogno affatto di trovarsi.

Aveva bisogno di convincersi a accettare chi era.

A accettare le sfide, a accettare persino le imperfezioni di un mondo che non

la soddisfaceva che non comprendeva più, che trovava ostile e troppo

soffocante.

Ecco perché si è trovata catapultata nel passato.

In quel 1816 che rappresenta, per lei, un po’; quello che il bosco rappresenta per me: il luogo tranquillo dove tutto è prevedibile.

Dove le strade le conosci e non ci sono anfratti oscuri da affrontare.

Perché spesso il regency o persino il vittoriano è quello per noi.

Un mondo prestabilito, standardizzato, poco prevedibile e forse noioso. Pieno di sfide che però, costano troppo per essere affrontate.

Dietro comode etichette che dividono i privilegiati in disperati senza che essi possano mischiarsi.

Dove la comodità in fondo annichilisce persino la coscienza e la capacità di scelta.

Dove il privilegio è la prigione dorata dietro la quale rinchiudere il proprio sé.

E chi osa andare oltre il muro viene redarguito con l’orrore dell’anonimato e della povertà.

Dove il riscatto non è sempre o forse mai possibile.

Dove l’ingiustizia può muoversi liberamente.

E cosi, da romanzo di formazione intriso di rosa e misrery, ci troviamo improvvisamente ad ascoltare un altra voce…

Una ragazza di altri tempi non è solo e forse non è per nulla un semplice romanzo rosa.

È un omaggio.

Un omaggio a tutte noi che sogniamo il principe azzurro, che sogniamo balli e ricevimenti senza notare o senza voler notare che, in fondo, questo tempo imperfetto che rifiutiamo è in attesa che la nostra tremante mano sciolga ogni nodo e prenda con gioia ..ogni possibilità che esso ci offre.

Perché è grazie al sacrificio, allo sforzo delle nostre antenate che oggi possiamo essere noi stesse.

Soltanto noi.

Dove possiamo ballare disinibite sotto la luna.

Dove possiamo persino denunciare, difenderci e avere strumenti per combattere il pregiudizio.

Dove possiamo fregarcene della reputazione, della rispettabilità e essere sempre un po’; meno impostate e più selvagge.

Ecco a volte credo che il regency serve proprio a questo.

A ricordarci di chi eravamo, di chi siamo ora e di chi possiamo diventare.

Sempre più persone e meno etichette.

Sempre più persone e sempre meno categorie.

E cosi tutte coloro vogliano leggere per sognare un po’, per scappare, così come sono per troppo tempo scappata io in questo libro troveranno qualcos’altro… un regalo.

Qualcosa capace di celebrare non soltanto la forza femminile ma anche e sopratutto bellezza dell’outsider.

Dell’essere diversi.

La bellezza persino del rischio.

E in questo tempo che si scontra con la modernità di rischio ce n’è tanto.

Il rischio di non tornare.

Il rischio di cambiare e fossilizzarsi per troppo amore.

Il rischio di andare oltre l’apparenza e di rischiare persino la propria reputazione.

Il rischio connesso con l’essere.

Ecco questa non è stata la lettura che mi aspettavo, calma, serena, tranquilla, rasserenante.

Ma è la lettura di cui tutte noi, ragazze, donne, sognatrici e razionali, abbiamo bisogno.

Quindi grazie.

Alessandra Micheli

Poison El

[Proofreader e Editor. Digital Content Creator. Blogger. Artist. Traveller. Aspirant Writer.]

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