Cilian Murphy guidato da Christopher Nolan è qualcosa di cui avevamo tutti bisogno.
Il talento del celebre protagonista di Peaky Blinders nei panni di Robert Oppenheimer ha incantato tutti.
Oppenheimer
Robert Oppenheimer è stato l’inventore della bomba atomica, ma non è solo questa la storia che vuole raccontare Nolan. Il regista di Interstellar ha voluto raccontare della sua mente brillante, dei risvolti che questa bomba ha ottenuto, non solo a livello morale o personale, ma a livello politico e mondiale.
Sono diventato morte. Il distruttore di mondi.
Oppenheimer si rende conto di aver dato al mondo la chiave, l’accesso, per distruggersi. Lo scopo principale dell’atomica era quella di distruggere Hitler e la Germania, ma nel momento in cui Hitler muore, si decide di utilizzarla contro il Giappone.
Diversi scienziati si chiedono se, effettivamente, non sia meglio fare un passo indietro e non usarla, ma l’America decide che non c’è altra scelta.
Così, dopo aver utilizzato l’atomica, Robert comprende di aver scavalcato i limiti della moralità o, in qualche modo, di aver dato accesso alla cessazione del libero arbitrio: Oppenheimer ha confezionato per il suo paese un intero set di bombe che lui stesso sa cosa potranno provocare.
Ma se è “un piccolo passo per la Scienza, è un grande sacrificio per l’umanità”, per parafrasare la celebre frase.
Oppenheimer è un film, forse il più comprensibile, di Christopher Nolan, con atmosfere e colori cupi, come a definire la gravità della Storia che sta raccontando. Non c’è giudizio, in Oppenheimer, ma volontà di riflessione, come se sentisse la necessità di far parlare di questa vicenda – in qualche modo sempre attuale.
Un film che sta sbancando al botteghino e ha ragione da vendere.
Oppenheimer è infatti definito un thriller storico, una pellicola biografica sulla figura di Robert Oppenheimer, il “padre della bomba atomica”. Il film è tratto dal libro vincitore nel 2006 del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e di Martin J. Sherwin. Il film è stato girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero. In Italia non era disponibile la visione in questo modo, ma questo non ha reso meno godibile il film.
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