E più ci aiutiamo, meglio è.
Logan Lambert si troverà a essere il primo umano a dover affrontare in modo “pacifico” una realtà che è stata causa segreta di anni e anni di guerra.
Buonissimi i propositi, ottime aspirazioni da cinema semi-indipendente, buona prova di recitazione da parte degli attori e in particolare di Tom Canavagh – già conosciuto per Harrison Wells in The Flash – che è l’antagonista perfetto. Sprecato, ma perfetto.
Sì, il film merita una visione – ma non una seconda visione, vi assicuro.
Cosa accomuna archeologia e fantascienza? Apparentemente molto poco, ma non nell’universo di Elektron, romanzo di Cinzia Baldini pubblicato da Linee Infinite Edizioni.
Ambientato alla metà del XXII secolo, circa 150 da oggi e e 100 anni prima del leggendario Capitano James T. Kirk, Star Trek Enterprise tratta i viaggi di esplorazione dello spazio, pochi anni dopo l’invenzione della curvatura. L’universo incute timore e meraviglia e soprattutto suscita curiosità.
Sappiamo già qualcosa di questo secondo ciclo di episodi: il nostro amato Capitano Pike non farà più parte dell’equipaggio nella prossima stagione. È un gran colpo, visto che la sua linea narrativa era una delle più interessanti.
È arrivato Spock, finalmente. La nostalgia è l’elemento cardine di questo episodio e porta con sé anche modifiche dal punto di vista tecnico: come l’inizio che, abbandona la formula tradizionale, copiando il font della prima serie di Star Treke piccoli rimandi di quel pilot rimasto invisibile e fantomatico fino ad adesso.
Ebbene sì: Spock is coming to town.
La storyline di Saru continua, lasciando una sotto trama che si intreccia a quella primaria in maniera interessante: un tentativo evidente, forse, di paragonare il rapporto del Kelpiano con sua sorella a quello di Michael e Spock a livello emotivo.
La trama prosegue in maniera lineare, nonostante i tentativi degli sceneggiatori di creare nuove trame e nuovi intrecci per rendere il tutto più interessante. Troppa carne al fuoco, però, stanca e rischia di diventare ridondante e piena di vicoli ciechi.