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La rapina (quasi) perfetta: La Casa di Carta II parte

Eccoci amici, per parlare de La Casa di Carta II. Se non avete ancora visto le nuove puntate, vi consiglio di tornare a leggere questa recensione più avanti, per evitare gli spoiler. Se invece vi siete persi la prima o non vi ricordate qualcosa, fate un passo indietro.

Detto questo… è finalmente uscita la seconda parte della serie… finalmente per modo di dire, visto che ho dovuto aspettare sì e no 3 mesi e non mi aspettavo sarebbe uscita così velocemente.

Ho guardato questi 9 episodi nuovi un po’ di fretta, da una parte perché ero estremamente curiosa di vedere come si sarebbe evoluta la situazione e, dall’altra, perché gli avvenimenti delle prime puntate mi hanno veramente presa. La serie, infatti, ha preso un ritmo inaspettato e, in particolare dalla seconda puntata della nuova “stagione” (anche se in realtà sarebbe più una seconda parte), comincia un susseguirsi di situazioni molto intriganti che conducono ad un’inevitabile fine.

Sono sicuramente soddisfatta del fatto che la serie si sia realmente conclusa. Nessun finale aperto, un bel punto fermo alla fine di una lunga ed interessante storia che, per la verità, si basa sul racconto di pochi giorni all’interno della Zecca di Stato. Se dovessero fare un’improbabile terza stagione, non credo la guarderei. Che senso potrebbe avere?

Ma torniamo a questi nuovi episodi.

La Casa di Carta II

Per tutto il tempo sono stata lì a chiedermi che cosa sarebbe successo. Il Professore e Raquel sarebbero stati insieme e avrebbe trionfato l’amore, o la detective avrebbe scelto la legge? Gli ostaggi sarebbero usciti vivi dalla Zecca? E i nostri rapinatori? E Arturito, invece, sarebbe diventato ancora più antipatico? Tutte le domande hanno ricevuto una risposta, soprattutto l’ultima, un sì quasi scontato su cui avrei anche scommesso.

Due paroline su Tokio, personaggio che mi è piaciuto molto nella prima parte della serie, ma che, a mio parere, in questa ha perso molto del suo charme. Innanzitutto perché troppo avventata ed impulsiva, non pensa veramente alle sue azioni, mettendo in pericolo tutti gli altri e portando a perdite nel team che si sarebbero benissimo potute evitare. L’ho apprezzata comunque perché è una ragazza veramente appassionata, peccato per quei “piccoli” scivoloni.

Il Professore, al di fuori della Zecca, continua a mantenere le sue promesse e il piano procede (quasi) senza intoppi. Questa storia con Raquel, però, complica ovviamente la situazione. Lei è una donna molto intuitiva ed intelligente, non si sarebbe fatta ingannare per troppo tempo, e il Professore lo sapeva benissimo. Il suo comportamento rischia di mandare tutto all’aria e di compromettere tutto, o almeno così ci fa pensare. In realtà sembra che tutto sia stato pianificato, anche gli indizi lasciati volutamente alla polizia. Se posso essere sincera, io non pensavo che questa rapina sarebbe finita bene, soprattutto dopo che Tokio viene spedita fuori e la situazione sembra precipitare a causa dell’assenza telefonica del Professore.

Quella a cui assistiamo, in fin dei conti, è veramente la rapina perfetta. Fino alla fine ho avuto paura che Raquel tradisse il Professore. Lei è (era) una detective convinta della nobiltà del proprio lavoro, ma quando Sergio le parla della corruzione delle banche e del fatto che non avrebbero rubato un centesimo ai cittadini, lei si convince e l’amore per l’uomo prevale sul sentimento di giustizia.

Commento

Un’altra piccola cosa che non mi ha convinto è il comportamento di Berlino, personaggio che avevo apprezzato tantissimo durante i primi episodi, e che invece non mi ha convinta in questi, in cui sembra essere in preda ad un delirio di onnipotenza. Era veramente necessario traumatizzare in quel modo quella povera ragazza? Mi sono quasi trovata ad appoggiare il piano di lei, piano che prevedeva di far finta di amarlo finché non fosse morto, per poi prendersi tutti i soldi.

Tutto sommato, però, posso dire di essere soddisfatta da questa seconda parte, molto di più rispetto alla prima, in quanto l’ho trovata sicuramente più avvincente visto il ritmo incalzante, che invece non aveva contraddistinto la prima. Probabilmente la trama poteva essere curata di più, la questione della corruzione sarebbe potuta essere meglio approfondita, non buttata lì alla fine. Anche il lieto fine mi è sembrato leggermente forzato, soprattutto per Tokio che ormai pensavo fosse condannata alla galera. Ma in fin dei conti meglio così, ogni tanto un lieto fine ci vuole, no?.

Voi invece, come avete trovato La Casa di Carta II? Accattivante? Scontata? Fatecelo sapere!

– Eleven’s Eggo

thenerd

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