First Man e il cambio di registro di Damien Chazelle
La trama di First Man la conosciamo tutti, ma ancora è una storia ci scalda il cuore.
“Com’è arrivato l’uomo sulla luna?”
Trama
Neil Armstrong, ingegnere aeronautico e aviatore americano, conduce una vita tranquilla con la sua famiglia. La morte prematura della sua bambina lo spinge a iscriversi al programma Gemini. Il programma consisteva nello sviluppare le tecniche necessarie ad affrontare viaggi spaziali di lunga durata e, come fine ultimo, di imbastire e concludere la missione Apollo.
Sebbene dopo anni dal primo passo di Neil sulla luna lo spirito di “conquista” e la magia lunare si siano dissolti, l’eco di questo grande traguardo ci richiama a sé ancora oggi.
Damien Chazelle rappresenta la complessa e fredda personalità dell’astronauta dopo la morte della figlia piccola, delle perdite subite, del prezzo che gli uomini hanno dovuto pagare per determinate scoperte.
Il regista abbandona completamente il registro nostalgico e quasi favolistico di La La Land e si confronta con un thriller, uno space -movie, un film realistico. La versatilità di questo regista è da premiare. Si impegna sempre nelle sue sperimentazioni e ne esce sempre a testa alta.
Scenograficamente è ben fatto. La maestria del regista si riconosce anche in questo campo – così come si era visto in La La Land.
Ryan Gosling ancora una volta mostra il suo talento e da vita a un personaggio su cui tanto si è speculato e su cui ci si è posti diverse domande. Nemmeno una nomina per il suo Neil, ma quest’anno non sono quasi per niente soddisfatta delle nomination.
First Man è un film ben fatto. First Man merita tutte le nomine ricevute. Forse, qualcuna in più.
-Poison El
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