Skam 4: ora tocca a Sana – che sia davvero l’ultima stagione?
Infine siamo giunti alla quarta e ultima (a quanto pare) stagione di una serie fenomeno fra i giovani: Skam! Ringraziamo Netflix che ci ha dato l’opportunità di chiudere un ciclo, senza essa non ce l’avemmo mai fatta! Chi ha seguito l’originale come me e tutti (o quasi) i remake, sa di cosa tratta quest’ultimo atto. Per tutti gli altri, di seguito vi lascio la trama!
Sana è una ragazza italiana di seconda generazione, musulmana praticante. L’equilibrio costruito nel tempo tra i suoi valori e quelli della società italiana, della quale si sente orgogliosamente parte, rischia di vacillare per un incontro inaspettato: quello con un amico del fratello con il quale nasce un’intesa improvvisa.
All’inizio Giovanni ed Eva, poi Martino e Niccolò, cui seguì Eleonora ed Edoardo. Ora che siamo giunti alla quarta stagione, conosciamo Sana. Di lei sappiamo poco e nulla, se non che possiede un carattere introverso e spigoloso. A volte sembra antipatica per il suo modo di porsi, ma scopriremo da dove arriva questa sua chiusura.
Sana, fra oriente ed occidente
Sotto l’apparente corazza che si è costruita, Sana presenta insicurezza e fragilità, pronte a emergere. Quando la sua vita da brava islamica si intreccia, se non scontra, con quella occidentale portata avanti dalle compagne di scuola, iniziano a emergere le sue preoccupazioni. Il tutto è condito dall’interesse verso un ragazzo, anch’esso musulmano, ma non praticante, che instillerà in ella innumerevoli dubbi.
C’è una scena, emblematica, che pone sin da subito le basi dove la serie vuole arrivare. Sana rientra a casa e trova suo fratello intento a scherzare assieme ai suoi amici. Fra essi troviamo Malik, colui che le ruberà il cuore. Con un gesto spontaneo e senza essere vista si intrufola in camera, dove da una scatola piena di veli colorati ne estrae uno e lo indossa. Qua notiamo tutta la spontaneità del gesto, una libera scelta: non vi è nessuna imposizione da parte della famiglia.
Ricordate: non bisogna mai giudicar qualcuno se prima non si conosce a fondo. Si deve entrare nella sua vita con discrezione, capendo il perché di alcuni comportamenti. Molto spesso le apparenze ingannano e portano ad avere un’idea sbagliata di qualcuno. Un esempio lampante è Edoardo: presentato come il tipico bulletto della scuola, maschilista e senza alcuna pietà per nessuno, tanto da arrivare a prendere in giro Silvia. Sono bastati pochi episodi della terza stagione per sgretolare ogni nostra convinzione in merito suo.
Così accade anche con la nostra eroina: viene rappresentato un tema importante, come la fede, in maniera eccellente, e se me lo permettete, con una maturità superiore a quella delle stagioni precedenti. Comprendiamo maggiormente i suoi gesti, proponendoci un ritratto di assoluta normalità.
Normalità. A oggi, in Italia, non vi sono altre serie capaci di raccontare così come Bassegato è riuscito con Skam. Non è mai stata la voglia di strafare, non abbiamo assistito all’esasperazione di certe situazioni ma si sono mantenuti sempre toni pacati. Tutto quello che vediamo e abbiamo visto in questi due anni è quanto più vicino alla realtà di quanto sia mai stato raccontato. Vi sono diverse scene che mi hanno fatto venire la pelle d’oca. Una su tutte il messaggio che Sana manda ai ragazzi, in cui si sente tutta la frustrazione che prova verso di loro, facilitati in tutto ciò che fanno. Oppure la scena del nascondino, dove Nicolò, obbligato dagli altri a contare, viene rinchiuso nella stanza dove si trova il suo compagno Martino, sulle note di Sleepwalker di Julie Byrne i due parlano, e lo fanno a modo loro.
Sarà davvero questa la fine di un fenomeno mondiale, considerato dalla critica il miglior remake fra tutti? L’ultimo episodio fa presagire di si. Non tutto è perduto: Skam France è riuscito a ottenere due stagioni aggiuntive, e ora sta contrattando per altre due. Sappiamo che il producer ha diverse idee e solo il tempo potrà farci scoprire se questi meravigliosi ragazzi che abbiamo imparato a conoscere torneranno ancora una volta tutti assieme sul piccolo schermo.
Con questo concludo, un saluto, Shadow!
[…] questo e rischiate forse di trovarvi qualcosa di non così leggero come pensate. Certo, nemmeno Skam è mai stata una serie tv priva di spessore, eh! E nemmeno Euphoria. Non ho mai… (Never Have I […]