Dragons: oltre i confini di Berk è la seconda serie spinoff di Dragon Trainer (How to train your dragon) ambientata fra il primo e il secondo film e, secondo me, la più magica da vedere. Insieme a Hiccup e la sua banda di amici (umani e draghi) andrete alla scoperta di nuove isole, nuovi draghi e, soprattutto, nuovi, terrificanti nemici. Trovate tutte le attuali stagioni su Netflix, perfette per fare bingewatching.
Molte volte è successo che gli spinoff o le serie più piccole avessero un’animazione di qualità minore rispetto all’opera originale (sì, Aladdin 2, sto guardando proprio te). E la paura era lecita dato che i film di Dragon Trainer hanno, a tutti gli effetti, alzato l’asticella dell’animazione 3D. Per fortuna, non è questo il caso: le scene che ci vengono regalate sono mozzafiato, specie quando si parla di paesaggi. La caratterizzazione delle isole e delle nuove razze sono così ricche di dettagli che ti sembra quasi di poterle toccare talmente paiono realistiche. In più l’oceano è una costante che accompagna le nostre avventure, creando un’atmosfera che riesce ad immergere anche la persona più iperattiva. È colorato, chiaro e ogni cosa ha il suo stile differente; insomma, tutto ciò che ci si aspetterebbe da una serie di questo calibro!
A proposito di animazione, le scene d’azione sono probabilmente quelle che ci tengono di più con il fiato sospeso, e il punto di forza dello show. Certo, anche i siparietti comici fanno la loro bella figura e sono importanti, ma mantenere la stessa qualità di azioni in volo e combattimenti in ogni singolo episodio per sei stagioni, beh, la dice lunga sulle capacità del reparto che hanno ingaggiato. Sfruttando al massimo le diversità dei draghi (dalla struttura fisica agli attacchi) gli sceneggiatori insieme agli animatori sono riusciti a dare vita a combattimenti aerei e navali originali e davvero incredibili. Un episodio in cui si nota davvero bene è Un mistero dal mare, in cui c’è un drago sottomarino in grado di creare vortici marini, pronti a risucchiare anche il più temerario dei marinai.
Anche qui, l’animazione gioca un ruolo importantissimo. Dalle espressioni divertenti dei gemelli agli occhi pazzi di Dagur, ogni singolo personaggio ha precise caratteristiche e movimenti tipici che lo rendono unico e inconfondibile agli occhi di ogni spettatore. C’è anche da dire, però, che gli sceneggiatori avevano di fronte loro una gran bella sfida: una marea di puntate da scrivere rimanendo fedeli a ciò che è rappresentato nei film. Sembra semplice, ma non lo è! Come reagirebbe Testabruta, apparsa poco nei film, davanti a una situazione nuovissima? Eh. Bella domanda, vero? Eppure, nonostante l’evidente difficoltà, hanno fatto un lavoro magistrale. Ogni membro della squadra mantiene il carattere originale, viene “solo” sviluppato e arricchito nel modo migliore. Se le animazioni spettacolari ci fanno credere che i posti intorno a Berk esistono realmente, la sceneggiatura impeccabile ci fa pensare che Hiccup, Astrid e i loro amici sono altrettanto veri.
Come ogni show che si rispetti, Dragons: ai confini di Berk ha dei nemici del calibro giusto. Nelle prime due stagioni è Dagur il cattivone della situazione, ma diciamoci la verità: ognuno di noi ha voluto vederlo fra le schiere dei buoni dal primo istante. La sua pazzia lo rende buffo, ma anche adorabile, e sappiamo che dentro di lui c’è del buono. Poi troviamo i fratelli Facciatruce, Viggo e Ryker: personalmente, ho preferito Viggo, che ha fatto passare dei momenti non proprio carini al nostro Hiccup e l’ha messo parecchio in crisi. Infine abbiamo il cattivo dei cattivi, che è…. Eh, mica ve lo dico! Altrimenti che gusto c’è a vedere la serie? Scopritelo da voi e fatemi sapere nei commenti quanto vi scioccherà sapere chi è il reale tira fili di tutta la serie!
– Il doppiaggio della serie è sopra le stelle. Sebbene Dragons: ai confini di Berk abbia già un ottimo cast originale, Flavio Aquilone ruba il mio cuore e dà a Hiccup una voce…. Indescrivibile.
– La mitologia è stupefacente. I produttori hanno tutto un mondo a disposizione (quello creato da Cressida Crowell nei libri) da cui possono attingere. Ci sono draghi che lanciano palle di fuoco dalla coda e altri che sputano laser. Il risultato è un mondo credibile e ben costruito, con una sua mitologia che lo rende ricco di aneddoti e leggende.
– La colonna sonora è ispirata a quella dei film, composta da John Powell, ma a dirigere abbiamo John Paesano (Pacific Rim 2) che non solo fa un ottimo lavoro nel riprendere le musiche originali, ma ne aggiunge altre che ci trasportano dentro questo universo colorato e magico ancora più facilmente.
Beh? Che state aspettando? Date un’occhiata all’intro di Dragons: oltre i confini di Berk e andate su Netflix a mangiarvi queste stagioni! Vi siete persi l’ultimo articolo sulle serie animate? Meno male che ce l’ho qui per voi!
– Rainbow Umi
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