Iniziamo subito questa intervista!
Ciao grazie per l’accoglienza! Chi sono? Be’, vorrei rispondere come Iron Man ma sono semplicemente una sognatrice, con una forte dipendenza dal caffè. Ho il vizio di leggere di notte e svegliarmi zombie la mattina. Amo ogni forma di creatività e nella vita ne ho anche sperimentate un po’: disegno, carta pesta, pasta di sale, carta, grafica, fumetto, lavorazione legno, fotografia, fimo e, ovviamente, la scrittura che mi rappresenta e porto avanti.
Il mio genere preferito è l’urban fantasy, da leggere, scrivere e guardare. Quando ho scoperto questo tipo di fantasy ne sono rimasta incantata e mi ha riportato sulla strada della lettura. Da giovane, persino da bambina, invece ero appassionata di horror, lo sono tuttora in realtà, di fatti mi attraggono le storie un po’ dark.
Mi sto trovando bene e per il futuro non ho motivo di pensare il contrario anche perché ho trovato persone appassionate e molto disponibili. Penso che Sága Edizioni sia un bel progetto, e soprattutto sia coraggioso. L’ambiente editoriale è difficile e dare spazio a certi generi letterari, forse, rende tutto ancora più arduo.
Sono legata a Helena, un urban fantasy, il primo testo scritto a esser diventato romanzo. Vi sono affezionata perché allora ero ingenua e nella scrittura vedevo solo bellezza e gioia, ignorandone gli aspetti più ostici. Come, ad esempio, scrivere sinossi da inviare alle case editrici.
Il percorso da scrittrice – mi suona sempre un parolone –, come tutto nella vita, presenta alti e bassi. Sicuramente sono maturata dall’esordio e ogni tappa di questo percorso ha contribuito al bagaglio di esperienze certamente utile per il futuro. Personalmente ho sempre la sensazione di essere una goccia in mezzo al mare, ma finché avrò idee e fantasia, lavorerò per far emergere le mie storie.
Natale ritrovato è una storia che si ispira a Canto di Natale di Dickens e lo fonde alla realtà dei giovani in cerca di affermazione, dove l’avarizia è più di tipo sentimentale che materiale. Lo scopo di questa storia è ricordare l’importanza degli affetti, a volte dati per scontati. Ci sarò riuscita?
Non possono mancare tanti dialoghi – che adoro anche da lettrice – do molto spazio alle interazioni tra i personaggi per renderli il più reali possibile, dare la sensazione al lettore di sentirli parlare davvero, anche se solo nella propria mente. Questa scelta forse è conseguenza della passione per le serie TV, quando leggo i dialoghi immagino di guardarne proprio una.
Grazie per essere stata con noi e buona continuazione!
Il Nabbo della Porta Accanto!
Grazie a voi dell’attenzione e a chi è passato a “conoscermi meglio”!
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