Perché l’horror?
Ottobre sta finendo, Halloween si avvicina e, molto probabilmente, la quantità di tematiche horror che avrete incontrato nelle ultime settimane è così alto che volete solo che arrivi Natale con le sue luci e i suoi bei sentimenti.
Come se il dover trovare regali per tutti e i pranzi con i parenti non fossero horror…
Beh, sono qui per spiegarvi perché l’horror è bello e così tanta gente sembra amarlo solo un mese all’anno.
Ma cominciamo l’articolo con una domanda: Perché l’Horror è bello?
I veterani lo amano tutto l’anno, ma in questo periodo possiamo finalmente uscire in strada cantando “This is Halloween” senza che la gente ci guardi male. Lo fanno comunque, ma quello è perché cantiamo a squarciagola in mezzo alla strada.
Sigla!
…
Non si può mettere una musica?
Ok, faccio da solo!
“Bimbi e bimbe di ogni età,
ecco qualcosa che vi stupirà!
Su, venite è proprio qui!
È il tempo di Orrore!
Questo è Horror!
Questo è Orrore!
Ogni mostro lo griderà!
Questo è Horror!
Spaventoso Horror!
Dacci il sangue o il terrore ti attanaglierà!
Urla anche tu!
Fuggi via da qui!
È il tempo di Orrore!”
Dopo aver storpiato uno dei più begli inni all’Orrore mai concepiti posso finalmente iniziare.
Potrei mettermi a snocciolare nozioni sulla storia del genere Horror, da cosa è nato e i suoi più grandi esponenti… ma non è quel tipo di lezione.
Il genere Horror è incentrato sullo scatenare emozioni che vengono generalmente considerate negative, ma che in questo specifico contesto il lettore (o lo spettatore) cerca attivamente, per provare un brivido più profondo e primordiale, cercare di rievocare quello che i nostri antenati provavano ogni notte quando le tenebre calavano e l’unica protezione era un falò tenuto acceso in continuazione, come in un rito ancestrale che allontanasse il male.
Quel senso di contorsione delle budella che prende quando si legge una scena rivoltante, ma da cui non si riesce a staccare gli occhi.
Quel senso perverso di masochismo che ci porta ad accettare il buio ma allo stesso tempo a immaginare indicibili orrori che vi si annidano per ucciderci.
Ogni persona che si affaccia all’Horror cerca quel brivido specifico che solo questo genere può dare, quel senso di paura e disgusto che quando passano ti fa venire voglia di averne ancora.
Come genere non si basa solo sulle emozioni però, va letteralmente a dissezionare la nostra società per rivelare tutte le parti oscure che la compongono, le ritorce contro di noi e ce le fa affrontare per conoscerci meglio.
Questo solo se si è disposti a osservare, altrimenti… Sì, fa paura.
Pare un’affermazione altisonante e pretenziosa, vero?
Beh, non lo è!
Se andiamo indietro nel tempo, non troppo o si finisce nel 120 d.c. con “Vite parallele” di Plutarco (alla faccia di chi scredita l’Horror come un genere non culturalmente valido), nel 1800 abbiamo un’esplosione dell’Horror popolare, con le sue tematiche gotiche e mostruose.
Il caro Edgar Allan Poe inizia a farsi conoscere, facendosi strada con la sua grande penna – e fronte – nel mondo letterario, gettando con i suoi scritti le basi per i generi horror, giallo e fantascientifico.
Scritti che hanno ispirato legioni di autori nello stesso secolo e hanno permesso la rielaborazione di terrori già conosciuti e di nuove paure.
I testi orrorifici di quel secolo sono una proiezione dei timori della società del tempo, il senso di colpa cristiano, il timore per l’inferno e il peccato, la morte, gli istinti più bassi e volgari dell’essere umano e la paura e odio per il diverso.
E da qui nasce la rielaborazione del vampiro, della strega, del licantropo e di altri mostri che erano già esistenti nel folklore antico ma che, ora, tornano in auge.
Figure che incarnano le brutture dell’umanità, ma in veste mostruosa, così da permettere all’uomo retto e giusto di affrontarle ed elevarsi a creatura amata da Dio e migliore di esse.
Il vampiro, quell’essere mostruoso che non è morto ma si aggira ancora fra i vivi, cercando sangue di donne pure in un atto sessuale mascherato.
La strega, personificazione delle donne che non seguono la morale stando sottomesse e portano invece conoscenza.
Il licantropo, incarnazione della parte animale dell’uomo che non controlla i propri istinti.
Fantasmi, persone che covano odio e risentimento non passando oltre nella dipartita, ma infestando e tormentando i vivi.
Dr. Jekyll e Mr. Hyde, che rappresentano la beltà dell’uomo acculturato e l suo contrasto con quello selvaggio e crudele.
Il mostro di Frankenstein, che è un affronto a Dio e alle sue leggi.
Tutte creature che sono ciò che l’uomo del 1800 riteneva aberrante, ma che erano in realtà solo gli aspetti non “accettabili” della società.
Nel secolo successivo, con Lovecraft e il suo circolo, la lista delle cose da temere si è allungata e si è andati, per così dire, direttamente alla radice.
La paura dell’ignoto e di creature non concepibili che sono divinità, paura per il diverso e il non conoscibile in un mondo che si credeva già del tutto compreso e del tutto esplorato.
Proseguendo nel 1900 queste tematiche si sono elaborate e rivisitate un’infinità di volte, fino a perdere il loro valore sociale e a diventare dei meri strumenti per raccontare storie di paura.
Non è una svalutazione, ma una contrazione necessaria per portare a una nuova esplosione.
Per osservare qualcosa di nuovo bisogna distogliere lo sguardo da ciò che si conosce e questo sta accadendo nella letteratura e, più velocemente, nei film.
Dopo tutto questa analisi però, vanno tirate delle somme o diventa una rubrica e non un articolo di Halloween.
Tornado alla domanda iniziale: Perché l’Horror è bello?
Perché è un genere che non racconta solo delle storie: l’Horror narra la società.
Nella letteratura vecchia come in quella moderna si può vedere uno specchio del nostro mondo; quando si scrive un soggetto orrorifico, perché sia efficace, serve che faccia presa su quel lato oscuro che noi tutti abbiamo, quel grumo che pulsa nel centro del petto ma fingiamo non ci sia.
Quell’ammasso che fa aumentare i battiti quando siamo da soli al buio, ciò che ci fa immaginare orrori impossibili quando si pensa al sotto del letto, nell’oscurità della notte.
Una massa organica con denti e occhi che ci osserva da dentro, ricordandoci che niente è sicuro e tranquillo, che dietro ogni angolo qualcosa aspetta… e quel qualcosa è solo il riflesso di ciò che è già dentro tutti noi.
Non vi piace l’Horror o vi spaventate facilmente?
Bene!
Allora provate ancora a vedere e leggere Horror, perché quella sensazione che provate è preziosa.
La paura è una delle basi della sopravvivenza, i nostri antenati si sono evoluti grazie alla paura e all’adattarsi per aggirarla.
La paura è la base per crescere.
O per avvertirvi che qualcosa vi sta osservando, proprio lì, dove non vedete.
-Leggendo con Cthulhu