I racconti di Dracula – articolo di Ivo Gazzarrini

Inutile dire e ribadire che la figura del leggendario Conte Dracula sia ormai il personaggio che più di tutti ha popolato le storie dell’immaginario orrorifico. Visto, rivisto, rivisitato, copiato, modellato, trasformato, modernizzato… ma Dracula, rimane sempre il Principe della Notte, succhiasangue con i canini affilati che si trasforma in pipistrello, che dorme di giorno in una bara e che per farlo fuori serve un paletto di frassino piantato nel cuore o la luce del sole.

La figura di Dracula ha ispirato un’infinità di film, di libri e di ogni opera nell’ambito di qualsiasi genere artistico. In Italia, dal 1959 al 1981 le edicole furono sommerse da una collana di libri editi dall’editore Antonino Cantarella, che s’intitolava I racconti di Dracula. Ogni uscita era composta da romanzi brevi di circa centoventi pagine. Il comune denominatore di questi libri era appunto Dracula e i vampiri.

Max Dave, Morton Sidney, Harry Small, Frank Graegorius, Dough Steiner, Red Schneider, Alan Preston, Jeremy Selenius, Irving Mathias, Dan Britt, Daniel Scott, Joseph Britt erano solo alcuni dei nomi degli autori.
Tutti pseudonimi, tutti inventati. Gli scrittori erano tutti italiani ed erano riportati nei volumi come i traduttori. Chi faceva il giudice, chi il medico legale, altri erano giornalisti, i più scrivevano alla velocità della luce, la sera dopo il lavoro, piegati sulla loro macchina da scrivere. I libri uscivano nelle edicole ogni quindici giorni. Molti di loro, con la scrittura, guadagnavano di più che con il lavoro abituale.
Libero Samale, Aldo Crudo, Renato Carocci, Giuseppe Paci, Gualberto Titta, Mario Pinzauti, Mario Ratti, Franco Prattico, Giovanni Simonelli, Pino e Carlo Belli, Sveno Tozzi, Giorgio Simonelli ma potrei continuare ancora e ancora, i nomi sono tanti. Erano molto prolifici e i loro testi, oggi, sono di difficile reperibilità. I primi numeri si trovano con prezzi che si aggirano anche dai cinquanta ai cento euro.

Vietati dalla chiesa a suo tempo, snobbati dalla critica allora e oggi, in realtà questi scrittori vendevano un botto. Si trattava di pura e cristallina narrativa popolare di consumo ma non per questo meno importante. I testi contenevano spunti interessanti per l’epoca, molti erano persino raffinati e alcuni sono stati dei veri e propri precursori. La letteratura di genere italiana deve molto anche a loro.
Fra questi vi era il sublime scrittore horror Max Dave, nome di punta della collana I racconti di Dracula, pseudonimo usato dai fratelli Belli, Pino e Carlo. Fra i due, Pino Belli era il più prolifico e ha scritto centinaia di romanzi, fra horror, gialli, thriller e di genere bellico.
Da amante dell’horror e dello splatter sono rimasto piacevolmente colpito per le sequenze cruente che già all’epoca venivano descritte in maniera sobria e innovativa da questo immenso scrittore. Inoltre, sorpreso per la forza dirompente del Belli attraverso le sue frasi, una potenza visiva devastante che mi ha lasciato sequenze intere della sua prosa impresse nella mente. Mai letto niente del genere.

I suoi testi, letti oggi, non sono invecchiati di una virgola. Davvero pazzesco.
Altro scrittore di spicco era Frank Graegorius, pseudonimo di Libero Samale. Autore particolare, psichiatra, esoterista capace di andare oltre al mero studio. La scrittura di Samale è raffinata, poetica, ispirata e i suoi romanzi dell’orrore sono spaventosi e originali.
È sconvolgente che autori come Pino Belli, Libero Samale e altri, non siano mai stati trattati a dovere, come avrebbero meritato, ma dimenticati praticamente da tutti, fino a oggi. Sono infatti di recente pubblicazione il libro Libero Samale lo psichiatra dell’incubo di Matteo Mancini e La storia dei racconti di Dracula di Sergio Bissoli, entrambi editi da Profondo Rosso. Inoltre la Dagon press ha pubblicato diversi volumi ristampando quelli che sono considerati i capolavori dei racconti di Dracula.