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In corsa per gli Oscar: I due Papi

2012, Buenos Aires. L’arcivescovo della capitale dell’Argentina, Bergoglio, chiede a Papa Benedetto XVI il permesso di andare in pensione, ormai frustrato dalla direzione in cui sta andando la Chiesa. 

Invece, di fronte allo scandalo e al dubbio, Joseph Ratzinger convoca il suo critico più duro e successore a Roma per rivelargli un segreto che avrebbe scosso le basi della Chiesa Cattolica. 
Così, tra i cieli di Michelangelo e la Basilica di Roma, inizia una lotta tra tradizione e progresso, senso di colpa e perdono. Due uomini molto diversi affrontano il loro passato per trovare un terreno comune e forgiare un futuro per un miliardo di credenti in tutto il mondo. 


Chiunque pensi che I due Papi sia un film sulla religione, si sbaglia. Questa pellicola ha ben pochi tratti della religione e delle tematiche a esso connesse. Certo, sono due uomini di Chiesa, perché negarlo? Ma la religione non c’entra. C’entrano due uomini che portano fardelli e sensi di colpa, e solo con la confessione possono  far sciamare via.
Questa pellicola è sia profonda, sia divertente, merito forza della sceneggiatura del talentoso Anthony McCarten, già narratore de L’Ora più Buia, ma anche di Bohemian Rhapsody La Teoria del Tutto.

Canzoni degli Abba, Pizza e Sport…

Inutile negarlo: vedere un frizzante Bergoglio cercare di prenotare un volo per Lampedusa o canticchiare Dancing Queen degli Abba… è elettrizzante. Dall’altro lato abbiamo un claudicante e arcigno Ratzinger che risponde sempre “non conosco” a qualsiasi elemento della contemporaneità o del mondo moderno. Sono tanti i momenti in cui si delinea l’umanità di entrambe, per poi spiazzare a sua volta con confronti serrati in cui i due non si nascondono differenze e scetticismo reciproco che diventa, ben presto, ammissione di vulnerabilità e fragilità. 

Come l’ammissione di Ratzinger di non sentire più la voce di Dio da tanto tempo. 


Anthony Hopkins nei panni di Benedetto XVI Jonathan Pryce in quelli di Francesco con interpretazioni magistrali e monumentali danno vita a una conoscenza, un’amicizia che è concesso grazie a una scrittura originale, capace di parlare, in maniera delicata e personale, di questioni spinose sia intime che pubbliche. 

Un film da recuperare. 

Candidature per: Miglior Attore Protagonista (Jonathan Pryce), Miglior Attore Non Protagonista (Anthony Hopkins), Miglior Sceneggiatura non Originale.

Mancava solo la nomination Miglior Film internazionale, no?

-Poison ξl

Poison El

[Proofreader e Editor. Digital Content Creator. Blogger. Artist. Traveller. Aspirant Writer.]

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