Diciamoci la verità: a noi la “normalità” – anche se odio questa parola – non ci piace proprio. A noi i personaggi piacciono solo se sono veri, reali e strani.
Perché le persone hanno sempre stranezze e più un personaggio ne ha, più ci è caro o vicino.
Forse è per questo che non possiamo proprio fare a meno dei personaggi di Umbrella Academy. I ragazzi sono sempre alle prese con un’apocalisse, ma questa volta, arrivano in una realtà in cui non sono mai esistiti.
Che papà abbia combinato qualcosa?
Dopo un viaggio nel tempo che ha portato Five, Diego, Vanya, Allison, Klaus e Luther nella Dallas degli anni 60′, essere riusciti a sfuggire dall’accusa di omicidio per l’uccisione di John F. Kennedy ed essersi salvati miracolosamente da The Handler, i membri dell’Umbrella Academy si ricongiungono nella loro vecchia casa. Ma non sono gli unici.
Assieme al loro anziano padre, ad aspettarli ci sono i membri della Sparrow Academy. Sir Reginald rivela senza troppi giri di parole che, deluso da loro per gli disordini accaduti a Dallas, ha deciso di adottare sette bambini differenti.
È impossibile non affezionarsi a questo gruppo di outsider che salta per le linee temporali, scongiurando un’apocalisse dopo l’altra mentre fanno i conti con il loro padre disfunzionale, con cui hanno un rapporto – anch’esso disfunzionale – in ogni realtà.
Anche in questa terza stagione, Klaus e Five riescono a tenere in piedi uno show che, questa volta ha cominciato a funzionare a tratti – per quanto riguarda i personaggi.
Questa stagione si concentra sui rapporti umani, in particolare sul tema della paternità, dell’eredità, della libertà.
Sono un gruppo di supereroi compatto che è riuscito in tutto quello che l’Accademia originale non era riuscita, tra cui instaurare un rapporto solido tra loro. Ma non è tutto così bello come sembra: a causa della nuova apocalisse che – letteralmente – germoglia dentro la loro abitazione mentre gli Umbrella si rintanano nell’hotel Obsidian. Ma tutto in The Umbrella Academy ha due facce e, presto, dei nuovi dissapori e una porta misteriosa nella suite sconvolgeranno la loro idea di riposo.
Le dinamiche familiari già note sono, in questa stagione, evidenziate dall’incontro con la Sparrow Academy; una famiglia diametralmente opposta alla loro: gli Umbrella sono disordinati, gli Sparrow sono organizzati. Ma non è tutto così tranquillo, quando un padre è così disfunzionale in tutte le linee temporali. Mentre Klaus prova pietà per un padre confuso e poco minaccioso, Diego scopre di avere un figlio, ritrovandosi lui stesso a vestire i panni del ruolo paterno, con la paura di essere fin troppo simile a Reggie. Al contrario, negli Sparrow, Ben cerca di essere il Numero Uno che suo padre desidera, ma questo lo conduce lontano da affetti e famiglia.
Le scenette comiche e quelle al limite dell’assurdo, una colonna sonora sempre azzeccatissima e il luogo cardine di questa stagione – il misterioso hotel Obsidian – fanno da sfondo ad altre tematiche. The Umbrella Academy 3 riesce ad affrontare tematiche serie, tematiche importanti, senza cadere nel banale e solo come la serie fa fare: in maniera strana e comica.
Il vero problema, forse, di questa stagione, è che non c’è un vero villain. L’unica ad avere una sfumatura simile è Allison, la cui rabbia e frustrazione raggiungono livelli pericolosi, soprattutto nei confronti di Viktor.
Klaus e Five sostengono l’intera stagione. Klaus ha delle abilità stupende e tutto il suo viaggio funziona, rende la serie più bella e interessante. Il nostro Principe delle Tenebre è finalmente sbocciato!
Bella l’evoluzione di Diego e Luther, ma altrettanto non si può dire di Viktor e Allison.
Il coming out di Viktor è talmente amalgamato che non si capisce. Nel senso: davvero lo abbiamo legato a un taglio di capelli? Speravamo in qualcosa di più profondo.
Certo, apprezzabile la naturalezza con cui avviene il tutto.
Allison non è una vera cattiva ed è vero che il dolore ci stravolge, ma farle perdere completamente la morale, mi sembra un po’ out of character.
Interessanti i nuovi personaggi e la scena post-credit.
Rimaniamo in attesa di una quarta – e forse ultima – stagione.
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