Avevamo iniziato insieme il pilot di Loki, la nuova serie Marvel su Disney+, ma ieri è arrivato il momento di concluderla.
Quanto è difficile ripartire da Endgame?
La risposta è solo una: troppo. Ma le serie, in particolare Wandavision e ora Loki, hanno decisamente alzato l’asticella.
Avevamo lasciato Loki alla TVA, che si era offerto a Mobius come compagno alla ricerca della Variant Loki: Sylvie, interpretata da Sophia Di Martino.
Chi è il Loki superiore?
Lei è decisamente più abile della nostra “variante”, ma insieme riescono a smascherare i Custodi del Tempo: essi non esistono, ma c’è solo “Colui che rimane”, e gli agenti della TVA non sono nient’altro che varianti.
Il multiverso si regge su un equilibrio precario, mentre linee temporali vengono falciate. Libero arbitrio o dittatura consenziente?
Intanto, però, il legame tra Loki e Sylvie si fortifica, e non solo su Lamentis…
Questo meriterebbe un film intero! Disney, stiamo solo aspettando te!
Le varianti di se stesso che il dio dell’Inganno trova nel vuoto sono particolari e cazzutissime. Abbiamo Kid Loki, Old Loki e infine Crocodile Loki. Ma non solo. Nel vuoto, c’è anche President Loki.
Sì, ce ne sarebbe un’altra, ma tradisce la nostra “variante” e i suoi nuovi amici e dura circa 10 minuti nell’episodio.
La serie conta sei episodi con elementi pescati dalla fantascienza, dalla commedia e dal genere poliziesco (in riferimento alla TVA e sacra linea temporale). Loki è al momento una delle produzioni televisiva più riuscite MCU, contando pure i vari Agents of S.H.I.E.L.D., Agent Carter, Wandavision, e le meno canoniche produzioni Netflix.
I personaggi sono veri, umani, come i legami che si creano, ad esempio tra Mobius e Loki.
Addio, amico mio.
L’Alchimia tra Sophie e Tom Hiddelston è innegabile, ma, mi duole ammetterlo, non sufficiente a creare una ship o una storia. La loro “vicinanza” è riconducibile a un narcisismo patologico. Una costrizione, un fanmade. Un qualcosa che poteva semplicemente essere evitato. Quasi fosse un puro fanservice.
L’interpretazione di Owen Wilson (Mobius), è stata strepitosa. Come quella di Tom Hiddelston, impareggiabile.
Loki non è che una metafora sul narcisismo patologico e il protagonista stesso lo riconosce.
Il multiverso è in agguato…
Non ci resta che aspettare What If.
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