Recensione: Eternal War
Gennaio 27, 2020Eternal War, la saga fantasy che porta in scena i grandi personaggi storici del Duecento fiorentino in una chiave del tutto nuova
E più ci aiutiamo, meglio è.
Eternal War, la saga fantasy che porta in scena i grandi personaggi storici del Duecento fiorentino in una chiave del tutto nuova
Il testo di Cilli rivela il rapporto delle opere di Tolkien con l’Italia, nonché i retroscena del mondo e delle logiche editoriali dell’epoca.
Una giovane coppia di sposi, nella Vienna borghese di inizio Novecento, entra in una spirale di evasione, avventura e tentazione, in una atmosfera sfumata e nebbiosa come le notti invernali. Ma sarà sogno o realtà?
La lettura procede spedita per ora e il romanzo è interessante, soprattutto per il punto di vista introspettivo e lo stile di scrittura particolare, una sorta di monologo interiore molto libero, che ci fa conosce la protagonista dall’interno, con tutte le sue contraddizioni e il suo fascino innegabile.
Mentre ti lascia senza fiato, l’arte ti scuote dal torpore della mediocrità e ti indica un luogo dove il finito e l’imperfezione non esistono. Ti conduce verso Dio. E cosa ti ha dato la spinta per andare oltre? La bellezza.
Robin Sloan, ex manager di Twitter, nella sua prima prova come romanziere dà vita a una storia in cui i classici temi, amore e avventura, si legano a tecnologia, «codici misteriosi, società segrete, pergamene antiche» e in generale al mondo dei libri. Oltre a darne una visione meno disfattista riesce anche a far fare qualche bella risata. Cosa chiedere di più?
Che senso ha essere immortali quando basta un istante per perdere tutto? È quanto accade a Elbereth, protagonista del fantasy Immortalis.
Nel 1900, in Islanda, Valdimar Ásmundssond pubblicò I poteri delle tenebre, traduzione di Dracula di Stoker, molto differente dall’originale.
Avventura e conquista, supremazia e conversione. Questi gli aspetti hanno caratterizzato la conquista dell’impero azteco da parte di Hernan Cortés.
Shirley Jackson è una maestra del thriller psicologico. È sottile e pacata, ma con pochi elementi riesce a caratterizzare una storia inquietante, con una vena di follia mai evidente, ma perfettamente percepibile.